Siria: cosa ha causato la guerra civile? – dossier

Alla vigilia di un potenziale intervento militare straniero in Siria, ascoltiamo il punto di vista di un leader cristiano siriano sulle cause della devastante guerra civile. La testimonianza di Nadim Nassar si articola in una riassuntiva ricostruzione storica per giungere a una personale e interessante analisi dell’attuale situazione siriana

Siamo molto probabilmente alla vigilia di una profonda metamorfosi della guerra civile che sta devastando la Siria ormai da molto tempo. Intervento militare sì o no, quel che è certo è che la comunità cristiana siriana sta soffrendo in maniera particolare per l’inevitabile vulnerabilità derivante dalla sua condizione di minoranza. In questo dossier di approfondimento, un leader cristiano siriano, Nadim Nassar, ci aiuta a capire le origini di questa guerra civile offrendoci la sua prospettiva.

Un po’ di storia
Nel corso della sua storia, antica e moderna, la Siria ha ospitato minoranze etniche e religiose che hanno vissuto insieme in armonia. La Siria, un tempo nota come Grande Siria, ha inglobato diversi paesi orientali, gli attuali stati di Israele, Siria, Libano, Giordania e una parte della Turchia. È stata la culla delle tre più grandi religioni monoteiste: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam. Le prime due sono nate li, mentre l’Islam vi è arrivato poco dopo la sua nascita. La sua posizione geografia ha portato la Siria nel mirino di diverse superpotenze e, tristemente, è stata il campo di battaglia di diverse guerre tra le maggiori potenze straniere. Durante i secoli di occupazione, e sino ai recenti anni di indipendenza, le minoranze in Siria sono sempre rimaste fedeli alla loro patria. Esse hanno avuto un ruolo importante durante la liberazione dagli Ottomani, dopo più di cinquecento anni, e dal mandato francese nel XX secolo, che ha portato all’indipendenza del paese nel 1946.

Cristiani, drusi, alawiti, curdi e altre minoranze hanno lavorato insieme con la maggioranza sunnita al fine di garantire la liberazione della Siria da tutte le occupazioni straniere. Nel 1970 la situazione politica in Siria ebbe una svolta drammatica, quando una fazione di leader militari alawiti – una corrente islamica – prese il potere. Dopo diversi secoli durante i quali i siriani erano stati governati da stranieri, adesso si trovavano governati da una delle loro minoranze. Per anni i siriani hanno sperato cha gli Assad, la famiglia al potere, potessero portare stabilità e libertà dopo i travagliati anni ‘50 e ‘60, durante i quali diversi colpi di stato spinsero il paese in un incerto conflitto militare.

Nel 1973, solo dopo tre anni dalla sua ascesa al potere, Hafez al-Assad si unì al presidente egiziano Anwar al-Sadat in una guerra contro Israele. L’Unione Sovietica diede le armi all’Egitto e alla Siria, mentre gli Stati Uniti sostennero Israele. Questa guerra disastrosa danneggiò le relazioni in tutto il Medio Oriente e portò pochi risultati sperati in Siria. Prima che la situazione potesse essere recupetata, una guerra civile inghiottì un paese al sud della Siria, il Libano. Le nazioni coinvolte nel conflitto, tra cui la Siria, usarono i loro alleati per portare avanti i propri progetti durante la guerra civile libanese durata ben 17 anni. L’intervento militare in Libano, voluto dai governanti di allora, coinvolse la Siria in un vero e proprio spargimento di sangue.

Durante quel periodo il presidente Hafez al-Assad concentrò la maggior parte delle sue energie sulla politica estera, soprattutto sul conflitto in corso con Israele. Gli scambi con il resto del mondo erano strettamente controllati dal regime di Assad e molti beneficiarono della guerra libanese, per via della creazione di un mercato di contrabbando clandestino attraverso il confine siro-libanese. Tutto questo fu reso possibile dalla complicità di diverse persone al potere, dando inizio in questo modo alla spirale di corruzione che ha contaminato la Siria. In un’economia estremamente chiusa, il contrabbando divenne la norma – persino frutta, verdura e prodotti di uso quotidiano come burro, tè, zucchero, banane e tessuti dovevano essere contrabbandati in Siria dal Libano e dalla Giordania.

La corruzione aumentata col passare del tempo ha contribuito alla creazione di una nuova classe sociale economicamente più agiata, formata da persone di tutte le religioni che hanno approfittato della situazione, stringendo in questa maniera rapporti con il regime alawita al fine di promuovere le proprie attività. Questa situazione ha indebolito la tradizionale classe media siriana, privandola della maggior parte dei propri redditi, fomentando la rabbia e l’ostilità contro il regime e contro gli alawiti in generale.

Il regime ha mantenuto il potere attraverso le consuete misure impiegate da una dittatura: eliminare il dissenso attraverso la censura dei media, mettendo a tacere gli oppositori e i critici ed impedendo la libertà di parola e di espressione politica. Ciò ha creato un’atmosfera di paura e di risentimento nei confronti degli alawiti e della famiglia Assad in particolare.
Nei primi anni ‘80 il regime di Assad ha ucciso decine di migliaia di persone nella città occidentale di Hama per mettere a tacere la rivolta di un gruppo sunnita, i Fratelli Musulmani, che stava terrorizzando parti della Siria attraverso violenze e assassini. Questa rappresaglia non ha messo fine al risentimento del popolo siriano contro il regime, ma anzi lo ha amplificato.

Bashar al-Assad al potere
Quando Hafez al-Assad è morto nel 2000, il suo secondo figlio, Bashar, un oftalmologo che viveva a Londra, ha ereditato la presidenza. La gente sperava che un giovane presidente, che aveva studiato in Occidente e aveva sposato una donna siro-britannica intelligente e affascinante, avrebbe potuto cambiare la situazione lasciata dal padre. Molte persone erano ottimiste, perché vedevano Bashar come una persona di ampie vedute.

Infatti, Bashar al-Assad cominciò a ripristinare il commercio internazionale e a riformare il paese, ma rapidamente la vecchia corruzione tornò alla ribalta. La maggior parte delle promesse di cambiamento che Bashar aveva fatto nel suo primo discorso svanirono.
Per la maggior parte dei siriani, la religione non era una fonte di tensione e di conflitto. Le differenze di fede non sono mai state un grosso problema. Purtroppo questo ora è cambiato. Il settarismo non faceva parte dello stile di vita siriano fino a tempi recenti. E’ stato importato da fanatici religiosi stranieri.

Attuale conflitto
Il conflitto in Siria è iniziato come una protesta contro la corruzione che ha rovinato ogni aspetto della vita delle persone e ha creato la mancanza di libertà. Così la gente ha chiesto riforme radicali rispetto al modo in cui la Siria è stata governata sino ad ora. La mancanza di risposta a queste richieste è stata seguita da una grave e prolungata azione militare contro chi ha protestato, e questa violenza ha spinto alcuni dell’opposizione a chiedere aiuto ai governi stranieri nella regione.

Molti di questi governi sono pronti a distruggere l’antica alleanza tra la Siria e l’Iran, e la caduta del regime di Assad sarebbe per loro di grande aiuto, per questo motivo hanno offerto aiuti militari e finanziari all’opposizione, ma solo a condizione che la “nuova Siria” tagli i legami con l’Iran e con Hezbollah nel sud del Libano.

Sono anche stati chiamati alcuni leader religiosi estremisti di altri paesi per una rivolta sunnita contro le minoranze, soprattutto quella alawita. Purtroppo anche i cristiani fanno parte di quella lista di minoranze, perché erroneamente si pensa che siano protetti dagli alawiti.
Mentre il conflitto continua, questa nuova ondata di settarismo è in aumento perché sta leggittimando l’uso della violenza contro chiunque, anche verso chi non fa parte del regime di Assad. Gli atti di guerra del regime contro il suo stesso popolo stanno avendo un solo risultato, quello di incoraggiare ulteriormente il risentimento nei confronti del regime e degli alawiti e di fomentare un’ingiustizia diffusa contro le minoranze.

Quello che sta accadendo in Siria adesso non è dunque solo il risultato di una minoranza che domina la maggioranza della popolazione. I cambiamenti che il popolo sta chiedendo hanno ora poco a che vedere con il fatto che Assad provenga da una minoranza. Il cambiamento che i siriani desiderano con tutto il cuore, invece, è il passaggio dall’oppressione alla libertà, dalla corruzione al rispetto della legge, dalla dittatura alla democrazia. Questi cambiamenti sarebbero di beneficio per tutti i siriani, cristiani compresi.

Fonte: Siria: cosa ha causato la guerra civile? – dossier.

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