Siria, Dall’Oglio. «Ecco perché è stato espulso dal paese»

Intervista a don Antonio Zani, profondo conoscitore di chiese orientali: «Sono stato in Siria. Con Assad i cristiani vivevano liberi, facevano le processioni e pregavano per lui a Messa. Dov’è lo scandalo?».

Quando il patriarca cattolico greco-melchita di Antiochia, Alessandria, Gerusalemme e tutto l’Oriente Gregorio III Laham ha votato il 7 maggio per le elezioni parlamentari in Siria, ha parlato di un passo positivo verso le riforme che riflettono la «vera e positiva immagine del paese». Quasi tutto il resto del mondo ha gridato ad elezioni truccate e vergognose, denunciando la follia del regime di Assad, responsabile ormai di decine di migliaia di vittime, uccise per non cedere il potere a una rivoluzione che è cominciata a marzo del 2011. «Non bisogna scandalizzarsi, perché per poter giudicare bisognerebbe vivere in certi luoghi e così capire logiche che hanno una motivazione». Don Antonio Zani (nella foto) in Siria ci è vissuto un anno, ma è stato anche in Tunisia, Algeria, Iran, Giordania e Libano. Docente alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale, esperto di cristianesimo delle origini, è stato anche consultore del Vaticano per le Chiese orientali, che conosce molto bene perché le frequenta.

«In Siria i cristiani avevano una grande libertà sotto il regime di Assad – racconta a tempi.it – Per esempio, ad Aleppo, durante il Corpus Domini, i cattolici potevano fare le processioni per le strade della città. La dittatura agevolava i cristiani, le parrocchie non pagavano la corrente elettrica. Ovviamente, c’è un do ut des. Alla fine delle messe, il parroco chiedeva sempre di pregare per il presidente Assad. Io all’inizio mi rifiutavo ma non bisogna scandalizzarsi, bensì capire questa logica».

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