Siria, doppia intervista ai vescovi Antiba e Baalbaki | Tempi.it

maggio 18, 2014 Rodolfo Casadei

 

Il vescovo greco-cattolico di Bosra e Hauran e quello greco-ortodosso di Bloudan a Tempi: «Il più grande timore è che i cristiani abbandonino il paese»

 

 

siria-chiesa-antiba-baalbakiNicolas Antiba e Nicola Baalbaki (rispettivamente a sinistra e a destra nella foto) sono il primo vescovo greco-cattolico (melkita) di Bosra e Hauran e il secondo vescovo greco-ortodosso di Bloudan, oltre che assistente patriarcale a Damasco. Tempi li ha intervistati a Ginevra.

Qual è l’ostacolo più grande all’unità dei cristiani nel vostro paese?
Antiba: «È l’eredità del passato, ma oggi le relazioni sono normali. Senza dimenticare che unità non significa unicità: si può essere uniti mantenendo tradizioni diverse».
Baalbaki: «L’ostacolo principale è l’esperienza storica, che non è positiva. In passato le Chiese hanno cercato di strapparsi i fedeli attraverso il proselitismo. Oggi c’è molto dialogo fra noi e cerchiamo di fare iniziative insieme, come quella di oggi».

Che notizie avete dei due vescovi rapiti oltre un anno fa?
Antiba e Baalbaki: «Nessuna notizia. Nemmeno i parenti stretti dei due vescovi sanno qualcosa di loro».

Che notizie ricevete dai cristiani che vivono nelle zone sotto il controllo della ribellione?
Antiba: «Vivono in un’atmosfera di terrore. Quelli di Raqqa sono per lo più fuggiti, i restanti vivono come dhimmi, devono pagare la tassa di sottomissione».
Baalbaki: «Non possono comunicarci quello che vivono veramente, è troppo pericoloso per loro».

Il patriarca melkita Gregorio III ha chiesto al Papa di canonizzare tre cristiani martirizzati per la fede a Maloula. Conoscete altri casi simili?
Antiba: «Confermo che il mio patriarca ha fatto quella richiesta, ma le procedure saranno lunghe. Ci sono altri casi di cristiani uccisi a sangue freddo, ma non conosciamo i dettagli».
Baalbaki: «La verità la sanno solo gli assassini e Dio stesso: solo loro erano presenti al momento della morte di quelle persone».

È giunta notizia che si è ripetuto, nella giornata del giovedì santo, il prodigio di Soufanieh: l’immagine della Madonna e il corpo della veggente Myrna si sono ricoperti di olio santo.
Antiba: «Questo miracolo si verifica quando la Pasqua cattolica e quella ortodossa coincidono di data. Il messaggio è chiaro».
Baalbaki: «In molti luoghi della Siria accadono avvenimenti come quello, per la fede della gente: Cristo e la Vergine si manifestano a chi domanda il loro aiuto. La Vergine Maria compie molti miracoli presso il santuario di Sednaya».

Oggi quali sono il vostro più grande timore e la vostra più grande speranza?
Antiba: «Il più grande timore è che i cristiani abbandonino il paese. La più grande speranza viene da quelli che rimangono e lo motivano dicendo che riconoscono che Dio dà a loro un compito qui».
Baalbaki: «Spero e prego che nostro Signore Gesù Cristo ci doni un tempo migliore di quello che stiamo vivendo».

@RodolfoCasadei

viaSiria, doppia intervista ai vescovi Antiba e Baalbaki | Tempi.it.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Africa e Medio Oriente e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.