Siria. Drammatica testimonianza di un cristiano d’Aleppo | Tempi.it

novembre 1, 2013 Leone Grotti

Intervista al cristiano di Aleppo Claude Z.: «È possibile che l’Occidente non prenda coscienza dei misfatti della sua politica anticristiana?»

aleppo-siria-cristiani-islam«La situazione ad Aleppo è ancora critica: non abbiamo la corrente elettrica da dieci giorni, manca il cibo, ribelli ed esercito continuano a darsi battaglia e i terroristi islamici hanno imposto la sharia nella parte della città che controllano». La testimonianza drammatica di come si vive oggi nella seconda città più importante della Siria, divisa a metà tra esercito e ribelli, è di Claude Z., cristiano di Aleppo che ha accettato di parlare a tempi.it in condizione di parziale anonimato.

Quali sono i principali problemi della popolazione?
La guerra continua, ci sono scontri sia tra l’Esercito siriano libero e lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) sia tra i ribelli e l’esercito siriano. I ribelli lanciano spesso razzi contro i quartieri controllati dall’esercito e malgrado la riapertura della strada verso Khanasser, la città vive una penuria di carburante, elettricità, pane, cibo e soprattutto medicine. Tutti i giorni ci sono nuovi martiri che cadono tra l’esercito e i civili. Nelle regioni controllati dai takfiri, cioè coloro che rifiutano ogni presenza non musulmana sul loro territorio, vige la legge islamica wahabita e i rapimenti non accennano a finire.

siria-aleppo-cristiani-islam1Fino a pochi mesi fa, ad Aleppo si rischiava di morire di fame. Ora la situazione è migliorata?
Le famiglie non possono più comprare cibo e non si vede carne nelle cucine delle famiglie aleppine da mesi ormai. L’unica cosa che mangiano le famiglie è grano macinato, il Bourghoul, e pane. Un fenomeno nuovo, che prima non c’era e che è disumano, investe sempre più gente povera: la notte rovistano nei cassonetti per cercare qualcosa da mettere in bocca.

Gli estremisti islamici minacciano i cristiani?
Sì, siamo molto spaventati, soprattutto dopo l’occupazione da parte dell’Isil del convento di san Vartan, che si trova nel quartiere cristiano armeno di Al Midane. I cristiani di Aleppo sono anche stati minacciati dopo l’applicazione della sharia di convertirsi all’islam o di pagare il tributo umiliante (gizya) o di morire. I cristiani ricchi sono scappati in Europa o in Libano, la classe media è diventata povera dopo il sequestro e la distruzione delle imprese da parte delle bande armate. Infine, la classe povera è diventata misera, tanto che non ha più da mangiare nonostante gli sforzi delle organizzazioni locali che distribuiscono generi alimentari una volta al mese. I nostri giovani rischiano la vita per emigrare in Svizzera o Germania passando dalla Turchia ma spesso vengono arrestati dalla polizia turca o muoiono in mare tra la Grecia e la Turchia. Ad aggravare la crisi c’è il caro vita con i prezzi che sono aumentati di oltre 20 volte.

al-qaeda-siria-ribelli-sadadLa guerra tra governo e ribelli è sempre in stallo?
Noi speriamo che finisca presto, ma la realtà è un’altra: finché i sauditi e l’Occidente armano e finanziano i ribelli e finché l’esercito siriano resta forte, la guerra non finirà e a pagare il prezzo più alto in termini di vittime è il popolo. Il conto dei morti, infatti, è 150 mila, non 115 mila, e noi speriamo che la conferenza di pace Ginevra II porti a una road map per porre fine a questo conflitto.

Cosa ha comportato l’introduzione della sharia?
Ha spaventato molto i cristiani, ma non solo. Anche i musulmani moderati hanno paura degli estremisti, soprattutto per la condizione delle donne. Pochi giorni fa lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante ha diffuso una nota in arabo dove si precisa che «è vietato alle ragazze e alle donne portare i jeans e i pantaloni. Sono obbligate a vestire l’abito islamico», «è vietato truccarsi», «è vietato fumare sigarette o il narghilè a partire dal 15 novembre» e «tutte le persone che nomineranno il nome “Esercito islamico dell’Iraq e del Levante” riceveranno 70 frustate». Dopo aver letto queste cose, è possibile che l’Occidente non prenda coscienza dei misfatti della sua politica anticristiana? Se non la finisce di voltarci le spalle, che speranze ci saranno per il nostro mondo?

raqqa-siria-ribelli-al-qaeda-cristianiAvete ancora speranza?
Malgrado tutto noi crediamo che Dio, che ci ha fatti nascere su questa terra, voglia che noi continuiamo a testimoniare la fede dei nostri antenati, che risale ai primi cristiani. Le radici del cristianesimo sono casa nostra: la conversione di san Paolo sulla via di Damasco, l’inizio della vita monastica con Simeone Stilita il Vecchio, il villaggio cristiano di Maloula dove gli abitanti parlano ancora l’aramaico e pregano il Padre Nostro come l’ha pregato Gesù. Non si può nascondere che l’origine della cultura occidentale è cominciata in Oriente. Vorrei fare ancora un appello.

Prego.
Noi speriamo che i cristiani d’Italia siano solidali con i loro fratelli d’Oriente attraverso la preghiera, l’aiuto finanziario e soprattutto spingendo la politica italiana a sopprimere le sanzioni che colpiscono il popolo siriano e non toccano il regime. L’unico risultato è che il popolo diventa sempre più misero nel suo stesso paese.

Fonte: Siria. Drammatica testimonianza di un cristiano d’Aleppo | Tempi.it.

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