Siria, ecco perché non vincerà nessuno | Tempi.it

settembre 1, 2013 – Rodolfo Casadei

Una guerra dispiegata riporterebbe il mondo alla contrapposizione frontale tra Usa e Europa da una parte, Russia e Cina dall’altra.

 

20120313_siria-jpg-crop_displayIn una recente intervista alla Stampa, Edward Luttwak ha offerto due interessanti ma anche schizofreniche spiegazioni della linea di chi, in Occidente, esprime contrarietà nei riguardi di un intervento militare della Nato al fianco dei ribelli in Siria. La prima è ispirata a un cinismo da realpolitik, la seconda a genuino senso di umanità.

Per la prima, in Siria gli Usa devono puntare al pareggio, non devono schierarsi né con gli uni né con gli altri, ma mantenere il conflitto in equilibrio perché tutti i loro avversari (l’asse Iran-Siria-Hezbollah, ma anche i jihadisti e i salafiti che sono la spina dorsale della guerriglia che combatte il regime di Damasco) si logorino in un interminabile conflitto.

La seconda ammonisce che se una delle parti in conflitto avrà il sopravvento, certamente sterminerà quella sconfitta: Assad vincitore decimerebbe i sunniti che hanno scatenato l’insurrezione, ma se a vincere fossero i ribelli, con l’aiuto della Nato, destino analogo toccherebbe a sciiti, alawiti e cristiani.

Depurata della sua motivazione machiavellica, l’idea del pareggio va recuperata. La salvezza di milioni di siriani di ogni etnia e religione e la possibilità di evitare che l’intera regione sia risucchiata in una guerra su vasta scala dipendono dalla neutralizzazione politica della Siria: sunniti e sciiti, e i loro rispettivi padrini americani e russi, devono accettare l’idea che in Siria non vincerà nessuno, e devono di conseguenza impegnarsi a congelare quanto prima le ostilità e a rendere effettiva una tregua sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Una guerra dispiegata riporterebbe il mondo alla contrapposizione frontale tra Usa e Europa da una parte, Russia e Cina dall’altra.

Fonte: Siria, ecco perché non vincerà nessuno | Tempi.it.

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