Siria: la Chiesa siriana scende in campo

Il resoconto di un nostro collaboratore presente a uno dei tanti incontri a Damasco nelle chiese che accolgono i profughi da altre zone del paese. Un meraviglioso esempio di amore fraterno e cura dei cristiani perseguitati.

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Davide pianse davanti al Signore, riversò il suo dolore su di Lui”, afferma il pastore dal pulpito. Siamo in Siria, per la precisione a Damasco, la stessa città che in queste ore è sotto il fuoco incrociato dell’esercito di Bashar al-Assad e delle milizie dei ribelli. La chiesa è gremita di profughi giunti da Homs (e dintorni), altra città scenario di massacri, bombardamenti e scontri in questa guerra civile che devasta la Siria da ormai troppo tempo. Sono famiglie composte da donne, uomini, vecchi e bambini che hanno dovuto lasciare tutto, lavoro, casa e amici, poiché era diventato troppo pericoloso vivere in quelle zone, ed ora, profughi nella loro stessa patria, si trovano nuovamente nel cuore della tempesta. E in questa tempesta, la Chiesa siriana sta giocando un ruolo fondamentale. Decisamente, ognuno di questi profughi riesce a immedesimarsi nelle parole del pastore tratte dal Salmo 142 e, soprattutto, nelle vicende e nei sentimenti di Davide, mentre si nascondeva nella spelonca di Adullam.

Per incoraggiare e sostenere queste famiglie di rifugiati e per dare loro l’opportunità di incontrarsi e condividere le loro difficili esperienze, le chiese locali organizzano specifici culti e riunioni. Porte Aperte lavora al fianco di queste chiese, fornendo aiuti di prima necessità e contribuendo anche alla realizzazione di questi incontri in chiesa, considerati una parte essenziale del soccorso ai rifugiati di Homs, utile a sostenerli emotivamente e spiritualmente oltre che materialmente.

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