Siria: le inquietanti dichiarazioni di Obama | Coordinamento Nazionale per la pace in Siria

7 luglio 2015

Redazione SiriaPax) Sono inquietanti le ultime dichiarazioni di Obama sulla Siria. A termine della riunione col team per la sicurezza nazionale al Pentagono, il Presidente USA, parla di terrorismo e dello Stato Islamico, dichiarando che “l’Is può e sarà sconfitto”. Certamente l’ambigua politica estera americana e dei paesi alleati degli ultimi anni, ha favorito lo sviluppo dell’IS, causando nella regione forti tensioni, che hanno portato alla fuga di centinaia di migliaia di persone dalle loro città, oltre a provocare la distruzione del grande patrimonio artistico e culturale della zona, che ormai è andato perduto per sempre. Il continuo e costante flusso di denaro ai terroristi, appare in contrasto con le dichiarazioni ufficiali: da un lato la condanna verbale contro l’IS, dall’altra il sostegno con le armi e i finanziamenti, per combattere contro il governo liberamente eletto dal popolo siriano. Obama spiega il vero motivo delle sue intenzioni sulla Siria, in quanto, accanto alla lotta contro i fondamentalisti, vuole attuare “una transizione politica che porti a un nuovo governo senza Bashar al Assad“. Il padrone del mondo, stabilisce oltre ogni legittimazione democratica, che è necessario sostituire il presidente siriano, perché non esegue gli ordini impartiti dall’alto.

Non meno condivisibili sono le affermazioni del presidente statunitense, il quale ha precisato che “le azioni per indebolirlo e sconfiggerlo, subiranno battute d’arresto, perché quella contro l’IS non sarà una campagna rapida, ma una campagna molto lunga”. Gli osservatori politici, hanno fatto notare più volte come in poco tempo e con le misure opportune lo stato islamico possa essere sconfitto definitivamente. Basterebbe tagliare i finanziamenti dei paesi del golfo, e l’appoggio della Turchia, con il conseguente taglio di fornitura di armi, per raggiungere un primo risultato soddisfacente. Certamente un piano in questa direzione, non porterebbe a speculazioni economiche, necessarie al sostentamento e al sopravvivenza dell’America.

Obama ha inoltre auspicato la fine del governo di Assad, senza tuttavia indicare quali siano le ipotesi per una transizione politica, in un Paese in guerra dal 2011. Dunque, ancora una volta, le sue dichiarazioni sono chiacchiere inutili e sterili. Servono a tranquillizzare quanti nutrono interessi nei confronti della Siria, e aspettano la destituzione di Assad per realizzare i loro piani di conquista. Il responsabile della Casa Bianca, ha poi precisato, che lo Stato islamico “ha perso oltre un quarto delle aree popolate che aveva catturato in Iraq” e anche in Siria ha subito diverse sconfitte”. Se verifichiamo le azioni compiute dalla coalizione contro l’is, ci accorgiamo che gli interventi effettuati, hanno avuto come bersaglio siti e posizioni remote, senza grande importanza strategica. Ancora oggi, l’interrogativo che serpeggia tra gli addetti ai lavori è proprio questo: come mai l’esercito americano fiancheggiato dagli alleati, -che dispone di attrezzature militari di ultima generazione, come gli impianti satellitari-, non è intervenuto per tempo nel fermare l’avanzata jhiadista a Palmira? La stessa cosa possiamo dire delle grandi città prese di mira dai terroristi: Ninive, Aleppo, ecc…

Nell’articolata dichiarazione, Obama ha assicurato che “i raid aerei, continueranno a prendere di mira impianti per il petrolio e per il gas che forniscono importanti fondi alle operazioni” dei miliziani dell’Is. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “lavoriamo per fermare il flusso di combattenti stranieri verso la Siria e l’Iraq”, mentre “acceleriamo la consegna di equipaggiamento di importanza critica, tra cui missili anti-carro, alle forze irachene”. Obama ha ricordato anche l’ipotesi di un attacco terrorista sul suolo nazionale da parte di un “lupo solitario”. Una minaccia “complessa” per cui, ha concluso, “dobbiamo restare vigili nel proteggere gli Stati Uniti“.

Altrettanto inquietante è l’e-book pubblicato sulla rete web da “jihadisti”, che esorta i musulmani in Occidente a raccogliersi in “gang” per formare movimenti di jihad al “fine ultimo della conquista di Roma, Italia“. Lo riporta il sito di intelligence SITE, che pubblica la copertina del presunto e-book, intitolato “Muslim gangs“. Sarebbe apparentemente il primo di una serie, “Musulmani in Occidente”, e ha come sottotitolo “come sopravvivere in Occidente”. La foto è quella di un corteo di giovani che sfilano con le bandiere nere dell’Isis.

Don Salvatore Lazzara

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