Siria: lettere da Aleppo

Porte Aperte, oltre agli ufficiali contatti, riceve regolarmente lettere dai cristiani in Siria. Ne pubblichiamo una di un pastore da Aleppo, la città più popolosa della Siria.

Cari fratelli,
un saluto da Aleppo, spero di trovarvi bene. Sembra che il mondo si sia dimenticato di Aleppo, ormai ciò che sta succedendo non fa più notizia. Sfortunatamente le cose non sono cambiate, qui si continua a morire. Vi ringraziamo per le preghiere e il sostegno, e vorrei cogliere l’occasione per darvi qualche informazione sulle necessità e su quanto stiamo facendo.

Rifugiati: molte famiglie hanno lasciato le loro case, impossibilitate a vivere in zone di guerra o semplicemente perché gli edifici erano stati distrutti o danneggiati. Tra queste famiglie che cerchiamo di soccorrere con viveri, vestiario e trovando una sistemazione (o aiutando con l’affitto) ci sono:  iracheni che hanno lasciato il loro paese al tempo della guerra e fino a pochi mesi fa vivevano con un sussidio mensile dell’ONU (ora non più percepito) e sono in attesa di visti per emigrare; siriani da Homs, che da 9 mesi circa sono qui ad Aleppo in stanze in affitto, fuggiti da Homs quando i ribelli hanno occupato e distrutto le loro case; siriani da Aleppo, hanno dovuto lasciare le loro case a causa della guerra civile e affittare delle stanze in zone più sicure della città.

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