Siria. L’Ue arma i ribelli. Cristiani preoccupati | Tempi.it

maggio 28, 2013 Leone Grotti

I 27 paesi dell’Ue hanno deciso che si potrà armare i ribelli ma non succederà prima di agosto. I cristiani, però, sono preoccupati.

L’Europa si spacca e non arriva a una soluzione unitaria ma permetterà ai paesi membri di rifornire di armi i ribelli. Ieri, dopo un lunghissimo negoziato, i 27 paesi dell’Unione Europea hanno deciso di prolungare di 12 mesi le sanzioni economiche contro la Siria e di non rinnovare l’embargo sulle armi. Decadrà, dunque, il 31 maggio.

ARMI AI RIBELLI. Nessun paese ha già annunciato che invierà armi ai ribelli, anche se Regno Unito e Francia hanno già manifestato la loro intenzione di farlo. Si aspetterà però il mese di agosto, quando sarà disponibile un rapporto dell’alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, che sarà redatto dopo aver consultato il segretario generale dell’Onu sugli sviluppi legati all’iniziativa di Stati Uniti e Russia e sull’impegno dei partiti siriani.

«AIUTI UMANITARI, NON ARMI». Molti paesi si sono però detti contrari all’invio di armi all’Esercito libero siriano della  Coalizione di opposizione siriana, spaventati dai tanti rapporti usciti in questi mesi sulle violenze perpetrate e sulla sua importante componente estremista islamica. La milizia più forte nel panorama ribelle, infatti, è al-Nusra, organizzazione terroristica esplicitamente legata ad al-Qaeda. Sicuramente saranno poco soddisfatte della notizia le comunità cristiane: proprio ieri il direttore di Caritas Libano, Georges Khoury, sottolineava a tempi.it come «ci sia bisogno di aiuti umanitari e di tutte le misure necessarie per mettere in sicurezza la regione e calmare entrambe le fazioni in Siria». Serve la pace, insomma, «non le armi».

CRISTIANI «NON FELICI». Oggi l’arcivescovo Elias Chacour, capo della Chiesa cattolica greco-melchita israeliana, la comunità cristiana più numerosa in Israele con circa 80 mila fedeli su un totale di circa 150 mila cristiani nel Paese, incontrando i giornalisti ha dichiarato sulla situazione dei cristiani in Siria: «Non abbiamo stime precise sul numero di quanti sono dovuti fuggire dalla Siria in Libano, in Giordania e in Turchia. Ma una volta nel Paese c’erano due milioni di cristiani e 160 piccoli villaggi cristiani che ora sono completamente vuoti». «Mi chiedo – ha protestato – che cosa stia facendo il mondo occidentale per non intervenire. La cosiddetta “Primavera araba” è il più grande cambiamento nella storia dell’islam, perché se prima si trattava soprattutto di lotte di potere al vertice dei regimi autoritari, ora è il popolo che agisce. Noi non eravamo felici con i regimi totalitari, ma non lo siamo nemmeno oggi perché c’è il pericolo della Sharia, la legge islamica. Se si imponesse sarebbe esecrabile».

SCETTICISMO. I cristiani siriani non credono che armare i ribelli sia un buon modo per portare la pace nel paese mediorientale e porre fine alla guerra civile che va avanti da oltre due anni, ma anche il premio Pulitzer Thomas L. Friedman ha di recente scritto sul New York Times che armare porterebbe solo a una lunga instabilità simile a quella che si vede oggi in Libia.

Fonte: Siria. L’Ue arma i ribelli. Cristiani preoccupati | Tempi.it.

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