SIRIA/ Padre Hamazasp (armeno): la Turchia ci attacca perché siamo cristiani

Notizie ignorate dalla gran parte dei media occidentali: ancora una volta il popolo armeno senza alcuna giustificazione si trova a subire la violenza e le minacce da parte dei turchi, violenza e minacce scaturite improvvisamente ma secondo una logica ben precisa, come ci ha spiegato Padre Hamazasp, della chiesa di San Lazzaro degli armeni a Venezia. Il religioso vive queste ore in ansia: la sua famiglia è tra i 1500 residenti della città armena di Kessab nella Siria nord orientale, attaccata improvvisamente da milizie paramilitari turche con il sostegno dei gruppi fondamentalisti islamici che si trovano in Siria. L’intera cittadina è stata occupata, le chiese profanate e le case saccheggiate, tutto questo all’indomani dell’incidente che ha visto l’abbattimento di un aereo militare siriano da parte della contraerea turca per presunto sconfinamento. Per Padre Hamazasp è solo una scusa del presidente Erdogan, nell’occhio del ciclone per lo scandalo che lo coinvolge da mesi, per distrarre l’attenzione della società turca da lui: “Purtroppo non interessa la situazione dei cristiani del Medioriente, compreso il popolo armeno e gli armeni di Kessab che vivono quotidianamente i valori cristiani, sono attaccati alla loro cultura e all’identità cristiana armena. Senza la terra di Kessab saranno dispersi e si perderà questa ricchezza, questa tradizione. Kessab è l’unica cittadina armena del medio Oriente rimasta dal Regno Armeno di Cilicia e ha oltre 600 anni di storia”.

Cosa sta succedendo nella sua città, Kessab? Le notizie qui in occidente sono scarse e frammentarie.

Gli armeni vivono in quelle terre da seicento anni. Purtroppo con la scusa dello sconfinamento di un aereo militare siriano gli integralisti islamici che combattono in Siria contro Assad insieme ai soldati turchi hanno cominciato a bombardare la città di Kessab. Hanno profanato le chiese e stanno saccheggiando le case, oltre 1500 persone si sono rifugiate nella vicina città di Latakia e stanno aspettando di vedere cosa farà il governo siriano.

Ci sono stati anche dei morti tra la popolazione?

Morti per fortuna no, perché la gente è fuggita immediatamente appena sono iniziati i bombardamenti, ma sembra che alcune persone siano state fatte prigioniere. A Kessab vive tutta la mia famiglia, i miei fratelli e i miei genitori: sono fuggiti senza neanche il tempo di preparare una valigia. Dico queste cose con un grandissimo dolore nel cuore, senza sapere se potrò mai tornare da loro.

Le varie comunità armene che vivono nei paesi occidentali hanno preso qualche iniziativa?

Si è mossa la comunità armena di Los Angeles, che ha scritto al segretario dell’Onu, come quella che vive in Francia. Il patriarca armeno del Medio oriente ha protestato direttamente con Assad chiedendo un intervento. Il presidente della repubblica armena ha espresso tutta la sua preoccupazione per quello che sta succedendo. E’ la terza volta in questo secolo dopo il genocidio del 1915 che gli armeni sono costretti ad abbandonare le loro case, ben dodici villaggi.

Come si spiega questo improvviso attacco nei vostri confronti?

Anche se difficile, così a caldo, cercare di spiegare, credo che essenzialmente Erdogan voglia distrarre l’opinione pubblica dallo scandalo e dai problemi che ha con il suo popolo il quale lo contesta apertamente. Con la scusa dell’aereo siriano ha lanciato una campagna per far vedere che lui è in grado di difendere la Turchia da ogni possibile attacco. E poi ha approfittato del fatto che la Russia, sostenitrice di Assad, in questo momento dopo la crisi in Crimea ha altre cose a cui pensare. Inoltre visto che l’anno prossimo sarà il centenario del genocidio armeno da parte dei turchi, sono anche convinto che ci sia un progetto per evacuare gli armeni da queste zone. Non mi sorprenderei che vista la crisi siriana, i turchi ne vogliano approfittare per annettere questa regione.

Tutte cose queste che accadono dopo che il governo di Assad è stato destabilizzato dalla guerra civile.

Non voglio prendere le difese di Assad, che ha certamente fatto tanti errori, ma la Siria era una terra di convivenza culturale e religiosa, dove tanti popoli e fedi diverse vivevano in pace. Adesso invece centinaia di migliaia di cristiani sono stati costretti a abbandonare la Siria. Ad Aleppo proprio oggi un missile ha colpito la cupola della chiesa armena cattolica e altri edifici abitati da armeni sono stati colpiti, e non è certo stato l’esercito di Assad, ma gli integralisti islamici. Il mio cuore è gonfio di dolore: perché l’occidente non dice nulla? Se fosse un attacco di Assad tutti i paesi occidentali protesterebbero, ma perché la Turchia è alleata dell’occidente allora stanno zitti.

Il popolo armeno è un popolo martire da tanto tempo: come uomo di fede, lei come si spiega tutto questo?

Il martirio armeno non è di oggi soltanto, il popolo armeno è stato un popolo martire nei secoli perché ha sempre conservato la sua identità e soprattutto perché vive questa identità. Quando un popolo è legato alla sua fede, alla sua Chiesa e alla sua cultura produce una società pacifica e viva. Conserva cioè i valori della civiltà. La cultura armena senza cristianesimo non esiste. Gli armeni sopravvivono grazie alla loro chiesa e alla loro identità. Sono stati attaccati e sono risorti grazie a quei valori di fede, cultura e religione.

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