Siria: sfuma l’intesa, braccio di ferro all’Onu – Speciali – ANSA.it

I venti di guerra sulla Siria, almeno per il momento, paiono placarsi. Grazie al piano di mediazione russo accettato da Assad – che oggi si è detto pronto a mostrare il suo stock di armi letali e a cessarne la produzione – la parola è tornata alla diplomazia e alle Nazioni Unite, dove si lavora a una risoluzione che centri l’obiettivo di mettere sotto il controllo della comunita’ internazionale l’arsenale chimico di Damasco. Ma dove si profila un nuovo braccio di ferro tra le potenze occidentali da una parte e Russia e Cina dall’altra. Tanto che una riunione del Consiglio di sicurezza, che su richiesta di Mosca era stata convocata per discutere su un testo di risoluzione, e’ stata cancellata.

La svolta diplomatica – sottolinea il Cremlino – e’ nata al G20 di San Pietroburgo, durante il breve ma intenso faccia a faccia tra Vladimir Putin e Barack Obama, con quest’ultimo ‘costretto’ alla trattativa anche di fronte allo scetticismo del Congresso. ”Ora siamo di fronte a un buon passo verso una soluzione pacifica”, esulta il leader del Cremlino.

Mentre i toni dei piu’ stretti collaboratori di Assad si fanno sempre piu’ concilianti: ”Siamo pronti ad annunciare dove si trovano le armi chimiche, a cessarne la produzione e a mostrarne le strutture ai rappresentanti della Russia, di altri Paesi e delle Nazioni Unite”, ha annunciato il ministro degli esteri siriano Muallem, assicurando che Damasco vuole aderire alla Convenzione internazionale per l’interdizione dei gas letali.

L’amministrazione Obama vuole pero’ mantenere la pressione su Damasco: per questo, rivolgendosi in diretta tv agli americani, il presidente statunitense insistera’ sulla necessita’ di un si’ del Congresso a un eventuale attacco militare. Ma dopo una telefonata con il presidente francese Francois Hollande e il premier britannico David Cameron, Obama si e’ detto d’accordo sull’apertura al Palazzo di Vetro di una discussione sulla proposta russa.

E si e’ detto d’accordo sull’avvio di un confronto con Mosca e Pechino, per arrivare a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che preveda la distruzione delle armi chimiche in mano alle forze di Assad. Ha chiesto poi al Congresso di ritardare il voto sull’attacco, in modo da non intralciare questo ulteriore tentativo di risolvere la crisi diplomaticamente. Del resto l’inquilino della Casa Bianca, nella raffica di interviste televisive rilasciate nelle ultime ore, lo aveva detto chiaramente: alla luce delle novità provenienti da Mosca – dove si sono visti il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov e quello siriano Muallem – uno “sviluppo positivo” della situazione siriana “e’ possibile”.

A patto che la mossa della Russia, subito sposata da Damasco, sia ”reale e seria”, e non una mera perdita di tempo: ”Non accetteremo tattiche dilatorie”, ha ammonito il presidente Usa. ”Aspettiamo di vedere la proposta, ma non siamo disposti ad aspettare a lungo”, ha ribadito parlando al Congresso il segretario di Stato americano, John Kerry, che con il capo del Pentagono, Chuck Hagel, ha insistito su come ”non ci puo’ essere una soluzione politica” alla crisi siriana se Assad continuera’ a fare ricorso ai gas letali gia’ utilizzati nell’attacco dello scorso 21 agosto.

Attacco alla periferia di Damasco in cui sono rimaste uccise centinaia di persone, tra cui tantissimi bambini. Kerry ha comunque spiegato che da Mosca arriveranno nelle prossime ore i dettagli del piano per mettere sotto controllo le armi chimiche di Assad. E il capo della diplomazia Usa dovrebbe incontrare il suo collega russo giovedi’ a Ginevra. Tutti gli occhi, dunque, sono ora puntati sull’Onu. Anche se il rischio di un nuovo muro contro muro – e quindi di un nuovo stallo – e’ dietro l’angolo.

Dopo una mattinata di incontri informali tra le delegazioni di Usa, Regno Unito e Francia, la Russia ha chiesto una riunione di urgenza del Consiglio di sicurezza, che è stato subito convocata. Per essere poi cancellata poco dopo. A Mosca, infatti, non è andata giù (Lavrov l’ha definita “inaccettabile”) la bozza messa a punto da americani, britannici e francesi, che fissa paletti temporali ben precisi entro i quali il regime di Assad dovra’ agire per mettere il proprio arsenale chimico a disposizione della comunità internazionale.

Il testo prevede anche l’adesione della Siria alla Convenzione internazionale che vieta l’uso di armi chimiche, la condanna dell’attacco con gas sarin del 21 agosto scorso e il ricorso alla Corte Penale Internazionale (Cpi) contro i responsabili. Infine (e’ questo il punto che più irrita Mosca e Pechino) il riferimento al ‘Chapter 7′ della Carta delle Nazioni Unite, che prevede l’uso della forza contro chi viola i dettami di una risoluzione. L’impressione è che il Palazzo di Vetro sara’ teatro dell’ennesimo braccio di ferro, il cui esito e’ difficile in questa fase prevedere.

Fonte: Siria: sfuma l’intesa, braccio di ferro all’Onu – Speciali – ANSA.it.

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