Siria: si decidono a Roma gli aiuti all’opposizione siriana

venerdì 1 marzo 2013

Il governo italiano (uscente) verso un impegno militare più diretto C’è aria di attesa in Italia: siamo appena usciti da un importante appuntamento elettorale e la strada (complici i numeri del risultato e il ‘porcellum’) è in salita. Si dovrà vedere se la politica saprà mettere il bene comune davanti alle divisioni, ai protagonismi, agli interessi delle banche e delle lobby. Animati da questa speranza, aspettiamo il nuovo Parlamento che si insedierà il 15 marzo. Nel frattempo, opportunità e correttezza politica dovrebbero suggerire al vecchio governo dei ‘tecnici’ di portare avanti solo l’ordinaria amministrazione. E’ per questa ragione che desta sconcerto il summit che il nostro Ministero degli Esteri ha deciso di organizzare oggi [28 febbraio 2013] a Roma. Si tratta di una riunione internazionale tra gli “undici paesi più coinvolti nella gestione della crisi siriana” (quelli più oltranzisti, contrari ad una soluzione politica del conflitto) e la Syrian National Coalition (SNC): lo scopo è superare la ‘prudenza europea’ e decidere di fornire direttamente armamenti ed addestramento (la notizia è sul sito del Ministero degli Affari Esteri.

A Bruxelles il 18 febbraio il Parlamento Europeo doveva decidere sul rinnovo delle sanzioni in atto contro la Siria. In quell’occasione l’Europa, non curante delle preoccupazioni espresse dall’Episcopato siriano e dalla componente non armata dell’opposizione (la componente maggioritaria, fortemente contraria a coinvolgimenti esterni), aveva deciso ugualmente di proseguire ulteriormente l’embargo. Il provvedimento preso dall’UE non si è limitato alle sole sanzioni economiche ma ha esteso le misure decidendo di fornire un “maggiore supporto non letale” alle forze armate anti Assad.

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