STATO ISLAMICO/ Eid: l’Isis attaccherà Roma come aveva previsto Maometto

23 ottobre 2014 –  INT.  Camille Eid

“Il problema dell’islam e del Corano è che ognuno può prendere le parti che vuole e propagandarle. E nel Corano c’è scritto anche quello che sostiene lo Stato islamico. Compreso che il Profeta aveva annunciato la conquista della Roma cristiana” spiega il professor Camille Eid in una intervista con ilsussidiario.net. Anche se, aggiunge, “nessuno è in grado di dire se quella frase di Maometto sia autentica o meno, in quanto nei secoli ne sono state aggiunte tantissime. Inoltre la conquista di Roma potrebbe anche essere intesa in modo pacifico, senza spargimenti di sangue, come sostengono moltissimi studiosi moderati dell’islam”. Sono queste le argomentazioni che vengono fuori dopo il proclama fatto dal portavoce dello Stato Islamico che ha invitato i musulmani che vivono nei paesi occidentali a colpire i cristiani annunciando la conquista di Roma. Il problema del Corano, spiega Eid, è che si presta a diverse letture e interpretazioni.

Il proclama che invita gli islamici che vivono in occidente a colpire gli europei assume un significato drammaticamente realistico, in quanto abbiamo visto quanti islamici europei sono corsi a combattere con Isis, ad esempio il famoso boia londinese. C’è da aver paura allora?

Purtroppo sì, non nascondiamoci dietro le parole. Questo proclama ha una doppia valenza. Da una parte si rivolge ai musulmani per incoraggiarli a commettere atti di questo tipo, dice in sostanza fate attenzione europei guardatevi le spalle che ci potrebbe essere un musulmano che vuole uccidervi. E’ dunque anche un invito ad avere paura dei musulmani che vivono in Europa, per mettere paura nel cuore degli europei. Ma anche, come dicevamo, per invitare questo 1% di musulmani che vivono qua da anni e che continuano a nutrire sentimenti fondamentalisti a compiere atti di violenza.

A proposito di questo 1% di fondamentalisti, di chi è la colpa? Del fallimento del multiculturalismo europeo o dell’islam?

Bisogna distinguere. In alcuni casi è gente venuta qua anche da trent’anni e che è rimasta fondamentalista. Ci sono poi dei nati in occidente che non si sono integrati perché vivevano nel loro ghetto islamico rifiutando l’integrazione. Attenzione: un rifiuto da parte loro non una indisponibilità della società occidentale perché gli strumenti per integrarsi c’erano. Ma si sono rifiutati di entrare in una società che rifiutano in partenza. Ci sono certo anche colpe delle società europee.

Quali?

Di aver proposto un modello di società che contrasta fortemente con i valori religiosi. Ma anche qui il fondamentalista vede solo il lato negativo, ad esempio si ribella contro l’istituzione dei matrimoni gay perché dice che sono contrari alla sua religione, ma non accetta quanto c’è di positivo. Un rifiuto in blocco, insomma. Il dramma è che queste persone continuano a vivere in una società che rigettano e non dicono invece: me ne torno a casa. Infine c’è un’altra categoria, e cioè gli occidentali che si convertono all’Islam fondamentalista e diventano più radicali degli islamici stessi.

Della minaccia di conquistare Roma, distruggere la croce e il cristianesimo che ne dice invece? Solo un folle proclama?

Purtroppo no, è anzi un classico dell’islam. C’è un noto episodio in cui una persona chiede a Maometto quale città cadrà prima, se Costantinopoli o Roma e lui risponde, cadrà prima Costantinopoli. Da questo episodio i musulmani hanno tratto la convinzione che prima o poi Roma sarà conquistata. L’episodio, come i tantissimi che circondano la vita di Maometto, nessuno sa se sia solo leggenda, ma molti ulema (i dotti islamici, ndr) islamici lo considerano autentico, spiegando che sì Roma cadrà, ma non necessariamente in modo violento. A quelli dell’Isis invece nessuno impedisce di dire che la conquista sarà violenta, rincararando la dose dicendo noi prenderemo le vostre mogli e le daremo ai nostri figli, descrivendo una vera e propria invasione tipo quelle barbariche.

In un suo recente discorso il presidente francese Hollande si è rifiutato di chiamare Isis uno Stato islamico perché dice che di islamico non c’è niente, sono solo terroristi. E’ giusto questo atteggiamento secondo lei?

Tutta l’ideologia dell’Isis è basata purtroppo sul Corano il quale offre la possibilità di dare due interpretazioni. Una che dice io nel Corano traggo la convinzione che i cristiani sono amici e cita un versetto che dice proprio questo, ma un altro musulmano può trarre altri versetti che dicono che i cristiani sono nemici. Quelli dell’Isis hanno costruito la loro ideologia prendendo tutti i versetti che facevano comodo. Hanno adottato la versione più estremista dell’islam e procurano il danno maggiore all’islam stesso.

Questo anche perché nell’islam manca una guida centrale che dia una versione unica, è così?

Infatti. Ma la responsabilità maggiore di tutto questo, come hanno detto più volte i patriarchi orientali, è di tutti quei leader islamici che stanno zitti. Non osano alzare la voce perché quelli di Isis li possono tranquillamente tacciare di non essere buoni musulmani, possono tranquillamente dire che il Corano dice di cacciare tutti gli infedeli come stanno facendo loro, e nessuno può contraddirli perché è vero.

(Paolo Vites)

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