STORIA/ Perché Costantino scelse il dio dei cristiani?

di Alfredo Valvo

L’anno prossimo cadrà il XVII centenario del cosiddetto ‘editto’ di Milano, che pose fine alle persecuzioni contro i cristiani e concesse la libertà di culto a tutti, quale che fosse la religione professata. Il provvedimento, che conosciamo soprattutto attraverso Lattanzio ed Eusebio di Cesarea, contemporanei di Costantino, è in realtà una circolare molto articolata sull’applicazione delle decisioni prese a Milano da Costantino e Licinio al principio del 313, in occasione del matrimonio di Costanza, sorella di Costantino, con Licinio.I due Augusti avevano concordato una serie di provvedimenti che oltre a ribadire la libertà di culto per i cristiani, già concessa due anni prima da Galerio con l’editto di Serdica e in precedenza da Gallieno, nel 262, imponevano anche la restituzione immediata dei beni ecclesiastici, sia privati che delle comunità cristiane di tutto l’impero, espropriati durante la grande persecuzione iniziata nel 303 per volontà di Diocleziano. La persecuzione di Diocleziano, non diversamente da quelle precedenti all’editto di Gallieno, era motivata dalla volontà di salvaguardare la religione dell’antica Roma, quella pagana. Perciò il rifiuto dei cristiani di sacrificare agli dei e di prestare culto all’imperatore rappresentava un crimine di sacrilegio e di lesa maestà.

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