Sudan, un’altra cristiana in cella per apostasia | Mondo | www.avvenire.it

Un altro caso Meriam viene alla luce in Sudan: una donna cristiana è stata arrestata e portata in carcere con l’accusa di apostasia. La notizia è stata diffusa dal corrispondente dal Sudan del sito www.morningstarnews.org, all’indomani della nascita nell’infermeria del carcere di Maya, la secondogenita di Meriam, la 27enne condannata alla pena di morte per aver sposato un cristiano e non aver voluto tornare all’islam.

Il nuovo caso riguarda una donna di 37 anni, Faiza Abdalla: il 2 aprile era andata all’ufficio anagrafe di El Gadarif, nel Sudan orientale, al confine con l’Etiopia, per ottenere un documento di identità. Lì le sarebbe stato chiesto quale fosse la sua religione. Lei ha risposto di essere cristiana e sarebbe stata subito arrestata perché il suo nome è musulmano. L’accusa per lei è di apostasia. Il “Morning Star News” riferisce che pochi giorni dopo, l’8 aprile, il suo matrimonio con un uomo cristiano del Sud Sudan, espatriato dal 2012 a causa delle persecuzioni cui era sottoposto, è stato annullato. Il motivo? Non è possibile per una donna musulmana sposare un cristiano. L’uomo era un catechista.

Attivisti cristiani a El Gadarif hanno protestato per l’arresto di Faiza e ne hanno chiesto la liberazione, ma senza successo. Non è la prima volta che succede, ma negli ultimi tempi sembra che la persecuzione religiosa si sia intensificata. I responsabili delle chiese locali hanno chiesto a tutti i gruppi umanitari e impegnati nella difesa dei diritti umani di “intervenire contro questi atti”.

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