Suicidio: protestanti più dei cattolici | UCCR

24 gennaio, 2013

DepressioneIl suicidio, al di là dell’evidente valutazione negativa morale e religiosa, è uno degli indici di benessere più significativi e facilmente accertabile in maniera oggettiva e statistica. Già dalla classica ricerca di Durkheim (1897), che viene considerato il primo studio scientifico sociologico, è noto che tra le persone credenti, rispetto alle non credenti, si riscontra un minore tasso di suicidi. E nello specifico si riscontrano minori suicidi tra i cattolici rispetto ai protestanti.

L’interpretazione del fenomeno fornita dal padre della sociologia verteva sul concetto di “anomia“: le persone senza leggi (a-nomos), o meglio senza forti relazioni e condizionamenti sociali, si sentono di fatto più sole, dunque con meno risorse utili a disposizione per affrontare le piccole e grandi fatiche che la vita quotidianamente riserva. Le persone credenti hanno però degli ideali a cui aggrapparsi e dai quali trovare consolazione. E i cattolici, più che i protestanti, sono inseriti in comunità e relazioni sociali (con meno anomia) che li possono eventualmente aiutare con sostegno emotivo, informazioni e mezzi.

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