Un cattolicesimo sempre più “clericale”… e sempre meno cattolico | Corrispondenza romana

(di Corrado Gnerre su Il Giudizio Cattolico del 05-03-2013)  Dinanzi a coloro che hanno manifestato qualche perplessità in merito all’opportunità della rinuncia di Benedetto XVI c’è chi ha parlato di “papalini” che hanno avuto la pretesa di mettersi al di sopra del papa. Come se non essere eventualmente d’accordo su atti che non coinvolgono l’infallibilità del Sommo Pontefice possa essere letto come un rifiuto dell’autorità dello Stesso.

Ovviamente nessuno di noi può entrare nella coscienza di Benedetto XVI e pretendere di giudicare soggettivamente. Il suo gesto non solo è stato canonicamente legittimo, ma è stato anche – come lui stesso ha tenuto a precisare – sofferto e preso dopo un’intensa preghiera. Oltretutto, da credenti, non si può nemmeno escludere che Benedetto XVI abbia ricevuto un segno dall’alto che lo abbia spinto a fare ciò che ha fatto. Chi, a tal riguardo, può permettersi un giudizio? Ma – come molti dovrebbero sapere – un conto è il giudizio in campo soggettivo, altro quello in campo oggettivo. Fermo restando l’impossibilità e l’illegittimità del primo, non si è costretti a dispensarsi dal secondo. Ebbene, oggettivamente, non vi è nulla di scandaloso nel ritenere la rinuncia di un Pontefice come atto poco opportuno… soprattutto in questo momento storico.

Tutta una serie di elementi possono indurre ad un giudizio in tal senso. Il primo è quello di pensare che un tale atto possa far passare in secondo piano o addirittura annullare la dimensione misterica del Primato Petrino. Molti già parlano di Papato a termine. E anche il successore di Benedetto XVI (che ovviamente non avrà nessun obbligo a riguardo) quando raggiungerà gli 80/85 anni potrà trovarsi nell’imbarazzo di dover continuare e forse potrà anche essere oggetto di inopportune pressioni da parte di chi volesse contestargli il magistero.

Per non parlare del titolo di “Papa emerito” che non certo facilita la chiarezza a riguardo. Non a caso padre Ghirlanda su La Civiltà Cattolica (anche se il numero della rivista è stato dato alle stampe prima della decisione ufficiale) dice che si tratta di un titolo inopportuno, ambiguo. Meglio sarebbe (stato) “Già Papa” o “Già Sommo Pontefice”. Infatti la carica primaziale è data direttamente da Cristo al Vescovo di Roma e si perde quando non si è più Papa. Due papi non possono coesistere, è una contraddizione in termini.

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