Un museo alle radici del Cristianesimo

di Andrea Avveduto – 05-04-2013

Sarà l’unico museo al mondo sulle radici del Cristianesimo e la conservazione dei Luoghi Santi; il progetto verra’ presentato il prossimo maggio a Milano, mentre l’inaugurazione è prevista nel 2015. Parliamo del “Terra Sancta Museum”, nato per far conoscere al mondo intero la storia della presenza cristiana in Terra Santa e per favorire una maggiore consapevolezza delle nostre radici.

“Abbiamo bisogno di conoscere meglio la nostra storia, per avere un maggiore senso di appartenenza, un’identità più definita”. Il Custode di Terra Santa ha racchiuso in queste parole il significato di un’opera che si preannuncia davvero imponente. “Il progetto ha diverse origini – continua padre Pizzaballa – come tutte le cose nasce dal bisogno di mettere ordine in casa e vedere cosa abbiamo, ma c’è anche una coscienza, la coscienza che in questa terra la nostra presenza e i nostri cristiani hanno bisogno non soltanto di lavoro e di pane, ma anche di un senso”. Un significato spesso difficile da trovare tra tutte le contraddizioni che questa terra mette davanti agli occhi dei cristiani ogni giorno.

“Le relazioni di oggi sono segnate dalla storia, le nostre relazioni spesso sono ferite, perché la nostra storia è ferita”. Anche al museo è affidato il compito di alleviarle. “Abbiamo bisogno di rileggere in maniera serena e redenta – uso un linguaggio cristiano – la nostra storia, ma per farlo dobbiamo conoscerla”. Il Custode è certo che tutto questo “ci aiuta a vivere l’attualità presente in maniera più serena. Innanzitutto ti rendi conto che gran parte dei fenomeni attuali – sociali, politici, religiosi – sono già stati vissuti dai nostri padri e dai nostri nonni, e non sono una novità. Ciò aiuta a ridimensionare i problemi, metterli nelle giuste dimensioni, prendere le distanze, avere una coscienza della realtà attuale più serena e meno drammatica”.

Otto secoli di storia e migliaia di reperti che ripercorrono la secolare presenza francescana in Terra Santa, a partire dal viaggio di Francesco d’Assisi che arrivò qui nel 1219. Ottocento anni di vicende, raccontate dai documenti che testimoniano la presenza dei frati. Come la Bolla con cui papa Clemente VI riconosce giuridicamente la Custodia, nel 1342, o una serie di oggetti particolarmente preziosi, frutto dei doni dei sovrani europei. “Tutte queste cose potranno essere presentate al pubblico non tanto per esaltare la loro presiosità materiale – racconta padre Eugenio Alliata, a cui verrà affidata la direzione del museo –, ma piuttosto come testimonianza e ricordo della attività di supporto di tutto il mondo per i luoghi santi”.

Padre Alliata ripercorre le tappe che hanno portato – negli anni – a questo risultato: «Il nuovo museo racchiude l’eredità di musei che sono esistiti precedentemente. Il museo della Custodia è stato fondato nel 1902, per raccogliere materiali antichi e preziosi che già esistevano nei conventi di Terra Santa e che era necessario custodire, studiare, diffondere, invece di rischiare di perderli per trascuratezza». I reperti verranno catalogati e distribuiti secondo criteri precisi e rigorosi. «Il museo seguirà approssimativamente la topografia della vita di Cristo – ha anticipato padre Alliata – partirà da Betlemme e arriverà al Santo Sepolcro ». Verranno presentati il tesoro di Betlemme, una serie di oggetti assai preziosi dell’epoca delle Crociate, il pastorale di un vescovo ingioiellato, candelieri di metallo prezioso, piatti con incisioni a bulino fatte da artisti sommi dell’epoca.

«E poi si passerà a Nazareth, dove abbiamo frammenti di famose sculture, conservati e già esposti nel museo della Basilica». Anche Cafarnao, la città scelta da Gesù per la sua predicazione, nasconde un tesoro. «A Cafarnao abbiamo numerosi oggetti provenienti da scavi molto estesi compiuti nella località da alcuni professori dello Studium Biblicum Franciscanum, ma in particolare alcuni piccoli oggetti provenienti dalla casa di Pietro (e casa di Gesù durante la sua vita pubblica)». A Gerusalemme est, il Monte degli Ulivi. «Con gli scavi importanti del Dominus Flevit, proprio davanti a Gerusalemme sono state ritrovate alcune necropoli dell’antica Città Santa, sia dell’epoca cananea, sia di quella enraica e bizantina». Racconti che attraversano come se nulla fosse «secoli o millenni addirittura».

Tanta, tantissima carne al fuoco. Tra due anni si prevede un unico complesso espositivo di più di 2500 m2, con differenti obiettivi informativi e distribuito in due sedi esistenti, situate vicino alle principali mete di pellegrinaggio e turistiche di Gerusalemme (La Via Dolorosa, il Muro del Pianto, la Spianata delle Moschee). Ai pellegrini e visitatori provenienti da tutto il mondo sarà proposto un percorso culturale flessibile, suddiviso in tre distinti momenti (il museo archeologico, quello multimediale e infine storico).
Pensato inizialmente per essere collocato dentro la Città Vecchia, il museo – sotto la responsabilità di Gabriele Allevi – verrà esteso in futuro anche ad altre sedi. Il progetto è coordinato dall’Associazione “Pro Terra Sancta” (www.proterrasancta.org), la Ong della Custodia che sta cercando fondi e benefattori per portare avanti l’iniziativa. Per chi vorrà sostenere la l’iniziativa sarà possibile legare il proprio nome alle sezioni o alle singole sale del museo. E soprattutto avere la certezza di aver cotribuito, in qualche modo, a raccontare la storia della terra e nella terra preferita da Dio.

Fonte: La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online – Un museo alle radici del Cristianesimo.

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