Un’altra radio cattolica minacciata di chiusura dalle autorità – Agenzia Fides

Juba (Agenzia Fides)- Un’altra radio cattolica nel mirino delle autorità del Sud Sudan. Si tratta di “Voice of Hope” della diocesi di Wau, nell’ovest del Paese. Secondo il Catholic Radio Network (CRN), il Vice governatore dello Stato dello Western Bahr El Ghazal ha minacciato di chiudere l’emittente intimando alla redazione di limitarsi a fornire solo informazioni locali evitando di coprire gli eventi che accadono negli altri Stati del Sud Sudan, specialmente quelli relativi all’opposizione. L’esponente governativo ha definito “Voice of Hope” una “stazione dannosa”, aggiungendo che il governo avrebbero preso gli opportuni provvedimenti se l’emittente non si fosse limitata a trasmettere solo “omelia e musica Gospel”.

Nelle scorse settimane Radio Bakhita dell’arcidiocesi di Juba (la capitale federale) era stata chiusa temporaneamente a seguito di un raid nella sede dell’emittente da parte del servizio di sicurezza, che aveva pure detenuto il caporedattore per alcuni giorni (vedi Fides 19/9/2014). Radio Bakhita è stata poi autorizzata a riprendere le trasmissioni, ma la stazione è ancora chiusa, a discrezione dell’Arcidiocesi che intende valutare la situazione.

Sua Ecc. Mons. Paulino Lokudu, Arcivescovo di Juba, ha lamentato che il Servizio di Sicurezza non lo ha avvertito che stava per imporre la chiusura dell’emittente. “Quando la radio è stata chiusa, non sono stato consultato, gli agenti di sicurezza non sono venuti a dirmi che stavano per chiudere la radio. Hanno semplicemente preso le chiavi dalle persone che si trovavano nelle sede dell’emittente e penso che questo non sia corretto” ha detto l’Arcivescovo, che ha però aggiunto: “Penso che lo abbiano capito e che ci siamo riconciliati”.

Organizzazioni per la difesa dei diritti umani denunciano la censura di fatto imposta dal governo ai media sud sudanesi da quando è scoppiata la guerra civile tra le fazioni rispettivamente capeggiate dal Presidente Salva Kiir e dall’ex Vice Presidente Riek Machar. Secondo queste organizzazioni, le restrizioni alla libertà d’informazione mirano a impedire la pubblicazione di notizie su massacri di civili nella capitale. Ai giornalisti è impedito di visitare ospedali, cimiteri e campi di rifugiati. (L.M.) (Agenzia Fides 1/10/2014)

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