Usa, la fuga degli ispanici dalla Chiesa – Vatican Insider

Sono i risultati di una ricerca condotta dal Pew Reasearch Center. Nel 2010 erano cattolici il 67% dei “latinos”, nel 2013 la percentuale è scesa al 55%

 

marco tosatti
roma

 

Il Pew Reasearch Center, un ente americano specializzato nello studio dei fenomeni legati alla religione, ha presentato i risultati di una ricerca secondo cui gli ispanici stanno abbandonando la Chiesa cattolica a un ritmo molto elevato. Se oggi il 55 per cento dei circa trentacinque milioni di ispanici adulti negli USA si identificano come cattolici, nel 2010 la percentuale era molto più alta: allora erano il 67 per cento. E dal momento che il sondaggio dimostra che la tendenza all’abbandono è più pronunciata fra i giovani, il trend potrebbe non  solo confermarsi, nell’immediato futuro, ma rafforzarsi.

 

 

 

Secondo il Pew Research Center nel suo 2013 National Survey of Latinos and Religion  la maggioranza  (55%)  dei 35milioni e 400 mila “latinos”, e cioè 19 milioni e 600mila di essi si identificano come cattolici. Circa il 22 per cento sono protestanti, e fra questi un 16 per cento che si definiscono evangelici, o “born again”. Il 18 per cento degli adulti ispanici non rivendicano nessuna affiliazione religiosa.

 

 

 

Come abbiamo visto, c’è un calo del 12 per cento in soli quattro anni nell’adesione alla Chiesa cattolica. Gli specialisti fanno osservare che in parte questo fenomeno può essere collegato, e riflettere, quanto sta accadendo in America Latina, dove le Chiese evangeliche stanno guadagnando aderenti a scapito della Chiesa cattolica, e in cui la non affiliazione a una religione specifica sta lentamente crescendo in Paesi a forte tradizione cattolica. Ma c’è anche un volto specificamente statunitense per questo fenomeno; il cattolicesimo ha subito, e subisce perdite di adesioni per il passaggio di molti suoi ex fedeli ad altre confessioni, o a nessuna. Una tendenza, quest’ultima, ben presente anche in altre fedi.

 

 

 

I “latinos” che lasciano la Chiesa di Roma vanno principalmente in due direzioni. Una parte di essi sono diventati evangelici, o “born again”, un gruppo che mostra livelli di impegno religioso molto alti. Nella media, gli ispanici evangelici, molti dei quali si identificano anche come pentecostali o carismatici, non solo vanno in chiesa più di frequente dei “latinos” cattolici, ma tendono anche a impegnarsi di più in attività religiose di altro genere, fra cui la lettura della Scrittura, gruppi di studio biblici e testimonianza di fede pubblica.

 

 

 

Quando è stato chiesto ai protagonisti dell’inchiesta perché avessero lasciato la Chiesa, la maggioranza (il 55 per cento) ha risposto che semplicemente “si erano allontanati”, mentre il 52 per cento ha detto che avevano smesso di credere negli insegnamenti della Chiesa. Un numero molto grande ha risposto però di aver trovato un’altra comunità religiosa che rispondeva in modo più adeguato ai loro bisogni.

 

 

 

Negli USA il 33 per cento dei cattolici sono ispanici; una crescita dovuta all’immigrazione, oltre che al progressivo svuotamento di bacini di fedeli “tradizionali”, quali le comunità irlandese e italiana. Questo riequilibrio della situazione all’interno della Chiesa continua, dovuto in larga parte all’immigrazione. Ma se nello stesso modo continua la perdita di consenso da parte della Chiesa cattolica, il Pew Research Center commenta che “potrà venire il giorno in cui la maggioranza dei cattolici sarà ispanica, anche se la maggioranza degli ispanici non sarà più cattolica”.

 

 

 

Un’altra osservazione riguarda la polarizzazione, fra i “latinos”: le cifre e le tendenze dell’abbandono dimostrano che fra i 5000 ispanici presi in esame dal Pew  una maggioranza, in via di riduzione, tiene una “via media” – quella della religione cattolica ereditata dalla tradizione – mentre due ali, gli evangelici e i non affiliati, atei o agnostici si collocano agli estremi del panorama.

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