Usa: le discriminazioni su base religiosa nell’esercito

Da un anno e mezzo aumentano le denunce dei cappellani, dei soldati cristiani e delle loro famiglie contro gli episodi di discriminazione. Anche durante i funerali è meglio non menzionare Dio

Ci sono voluti quattro mesi prima che il giudice Lynn Hughes risolvesse la controversia tra l’ufficio veterani dell’esercito degli Stati Uniti e un soldato a cui era stato impedito di pronunciare il nome di Dio nelle sue preghiere. A rivelarlo è la piattaforma internazionale Lifesitenews.com che riporta altri esempi di intolleranza religiosa.

Non era mai successo, ad esempio, che a un cappellano dell’esercito fosse negato di indire una giornata di preghiera e digiuno. E nemmeno che gli fosse proibito di non citare certi passaggi della Bibbia. Né che fosse negata a un soldato la celebrazione di una funzione religiosa in suo ricordo. O di essere minacciati per le proprie posizioni in tema di morale.

Invece è accaduto a Douglas Carlver, cappellano generale dell’esercito degli Stati Uniti, che ha invitato a pregare e digiunare «per la salvaguardia delle nostre radici religiose».

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