Vaticano all’ONU: l’approvazione dell’aborto è una forma di tortura

Il Vaticano ha usato parole forti nei confronti degli esperti delle Nazioni Unite, i quali hanno accusato la Chiesa Cattolica di tortura per i suoi insegnamenti in tema di aborto.

“La Santa Sede condanna la tortura di tutti, anche di chi tortura e uccide coloro che non sono ancora nati” ha affermato l’arcivescovo Silvano Tomasi, Nunzio apostolico presso le Nazioni Unite a Ginevra.

Per la seconda volta nel 2014, una delegazione del Vaticano si è recata a Ginevra per discutere con gli esperti dell’ONU dei doveri della Santa Sede nei limiti della legge internazionale, e per la seconda volta la dottrina cattolica in tema di aborto è stata il tema centrale, attirando l’attenzione dei media e le critiche dalle commissioni più oscure dell’ONU.

L’arcivescovo Tomasi ha ricordato la realizzazione da parte del Vaticano e delle Nazioni Unite del trattato contro la tortura approvato nel 2002. Gli esperti della Commissione contro la tortura hanno insinuato che gli insegnamenti della Chiesa sulla dignità inviolabile della vita umana rappresentano una forma di tortura.

“L’aborto tardivo è tortura” ha risposto Tomasi alle domande dell’americana Felice Gaer.

Tomasi ha inoltre accusato il Canada e il Regno Unito, definendoli “colpevoli di tortura”, poiché hanno approvato l’aborto tardivo, con il quale i bambini vengono lasciati morire senza cure mediche, nel caso sopravvivano all’operazione.

L’arcivescovo ha affermato che il Vaticano non ha il potere di imporre la propria dottrina, ma i cattolici di tutto il mondo forniscono cure mediche alle madri, alternative all’aborto, e aiutano le donne fisicamente e spiritualmente dopo un aborto. Ha inoltre messo in guardia dall’interferenza a scapito della libertà religiosa.

La scorsa settimana Tomasi ha messo in guardia dagli attacchi ideologici contro la Chiesa Cattolica in un’intervista rilasciata a Radio Vaticana. Ha affermato che la Commissione in caso di errore avrebbe screditato se stessa.

Alcuni esperti si sono espressi in modo conciliatorio dopo l’intervento di Tomasi.

“Tutti noi conosciamo la posizione della Santa Sede in tema di aborto” ha detto George Tugushi, dalla Georgia. “La Commissione ha dovuto affrontare casi in cui le donne vengono stigmatizzate dopo essersi sottoposte all’aborto, non la Chiesa Cattolica.” Anche il presidente della Commissione Claudio Grossman si è espresso in modo conciliatorio. Ha negato il conflitto di interessi dopo che i giornali hanno affermato che la sua imparzialità fosse compromessa a causa del suo sostegno alle coppie omosessuali e all’aborto.

Felice Gaer non è stata invece conciliatoria. Il vicepresidente della Commissione ha detto che la linea morale della Chiesa in tema di aborto fosse una ‘preoccupazione’.

“Le donne devono avere il diritto legale di abortire” ha detto Gaer. I suoi commenti erano estratti da una relazione del Center for Reproductive Rights, un gruppo che difende l’aborto tardivo e lotta contro i divieti di aborto a nascita parziale nei tribunali statunitensi.

La Commissione contro la tortura dell’ONU ha comunicato ai paesi che eventuali restrizioni in tema di aborto in casi di violenza carnale rappresentano una forma di tortura. Questa affermazione dà una diversa interpretazione degli accordi sui diritti umani con lo scopo di includere il diritto di aborto, del quale il Center for Reproductive Rights è un partecipante attivo. Ma ora l’aborto non è un diritto umano.

Secondo Gaer, che non è un avvocato, la Commissione si è attenuta allo “stretto significato della convenzione (sulla tortura)”. La convenzione definisce ampiamente la tortura, ma allo stesso tempo chiede allo stato o ai suoi funzionari di commettere, istigare o ammettere atti di tortura. In maniera controversa, la Commissione ha tralasciato questa richiesta in diversi casi di abuso sessuale.

Alcuni vogliono allargare ancora di più la definizione di tortura.

La Commissione ha posto diverse domande basate sulle informazioni fornite da avvocati che rappresentano le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti. Come riportato dal Los Angeles Times, gli avvocati vogliono che gli abusi sessuali da parte di sacerdoti vengano definiti come atti di tortura per aggirare le limitazioni degli statuti nazionali. Gaer ha anche chiesto quanti soldi il Vaticano ha a disposizione per risarcire le vittime di questi abusi.

Tomasi ha descritto in modo dettagliato la risposta del Vaticano allo scandalo degli abusi sessuali e gli sforzi continui di proteggere i bambini. Ha insistito affermando che in questo caso il Vaticano non è colpevole di tortura.

La Commissione pubblicherà osservazioni scritte sulla relazione del Vaticano entro la fine di maggio. Queste osservazioni non sono né vincolanti né perentorie.

Catholic Family & Human Rights Institute

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