VATICANO – CINA Xi Jinping: la politica del pendolo verso la Chiesa e il Vaticano – Asia News

di Bernardo Cervellera
Il nuovo segretario generale del Partito – che a giorni sarà confermato presidente – ha suscitato molte speranze, ma la sua politica fa un passo avanti e uno indietro: i laojiao non sono stati eliminati; la corruzione si accresce; le riforme tanto annunciate tardano; vescovi e sacerdoti rimangono in prigione. Un segno positivo, l’articolo di Global Times sul papa e un’intervista a p. Lombardi. Ma la religione rimane all’ultimo posto nelle preoccupazioni della leadership.

Roma (AsiaNews) – In questi giorni di Sede vacante e in attesa del nuovo papa, molti domandano a che punto sono i rapporti fra Cina e Vaticano. “Tutto è fermo e non si muove nulla”, ha sintetizzato un sacerdote di Shanghai. Egli intende sia la situazione generale, sia quella della Chiesa cattolica nella grande metropoli sulla foce del fiume Huang Pu. Dall’ottobre scorso il seminario regionale è chiuso e i seminaristi di teologia stanno perdendo un anno di studi; l’ordine delle suore della Presentazione è stato obbligato a cambiare la superiora generale. Tutto ciò a causa della simpatia di seminaristi e suore verso il vescovo ausiliare Taddeo Ma Daqin, dallo scorso luglio agli arresti domiciliari.

Il blocco delle attività della diocesi di Shanghai è avvenuto perché mons. Ma, appena dopo la sua ordinazione – voluta dal governo e della Santa Sede – ha dichiarato in pubblico che sarebbe uscito dall’Associazione patriottica (Ap) perché d’ora in poi il suo lavoro pastorale, come vescovo, lo avrebbe assorbito totalmente.

L’Ap è l’organizzazione che controlla la vita delle comunità cristiane ed ha fra i suoi scopi quello di edificare una Chiesa indipendente dal Vaticano e dal papa. Benedetto XVI, nella sua Lettera ai cattolici cinesi, l’ha definita “inconciliabile con la dottrina cattolica”.

Fino all’ordinazione di mons. Ma, molti vescovi della Chiesa ufficiale hanno cercato di mettere insieme la fedeltà al papa e l’appartenenza formale all’Ap. Negli ultimi anni l’Ap ha preteso sempre di più dai “propri” vescovi, obbligandoli spesso a compiere gesti contrari alla comunione col pontefice: ordinazioni episcopali illecite, senza il mandato papale; proclami di indipendenza della Chiesa; riunioni di ammaestramento che durano mesi, tenendo lontani i pastori dai loro compiti religiosi.

Nel timore che la decisione di mons. Ma Daqin possa fare scuola,  l’ufficio per gli affari religiosi (Amministrazione statale per gli affari religiosi) obbliga il vescovo all’isolamento: non può portare le insegne episcopali, non può celebrare la messa con altri sacerdoti e fedeli; gli è stato strappato il titolo di vescovo di Shanghai.

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