VATICANO – PACE 2013 Per il papa, anche le politiche pro-aborto sono un nemico della pace – Asia News

di Bernardo Cervellera

Oltre alle pratiche per diffondere l’aborto e l’eutanasia, i nemici della pace sono il liberismo economico radicale, i falsi diritti e arbitri, la tecnocrazia. Occorre rivedere culture e politiche soggettivistiche, relativiste, non amanti del bene comune, lanciando una nuova “rivoluzione culturale”: ricostruire un umanesimo aperto alla trascendenza.

Roma (AsiaNews) – Il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2013 rischia di essere una dichiarazione di guerra. Non perché il papa abbia delle “divisioni militari”, come si domandava Stalin, ma perché egli, pastore universale, fa nomi e cognomi dei nemici della pace.

Troppo spesso consideriamo “nemici” solo chi ha le armi, i terroristi, la criminalità organizzata, i fondamentalisti fanatici. Il pontefice certo li cita, ma li appaia a tutti coloro che non sono impegnati nella ricerca del bene comune: una mentalità egoistica e individualista; un capitalismo finanziario sregolato (v. n. 1); le politiche di liberalizzazione dell’aborto e dell’eutanasia (n. 4); il relativismo con i suoi “falsi diritti o arbitrii” che minano il matrimonio fra uomo e donna (n. 4); il liberismo economico radicale e la tecnocrazia, che in nome del profitto minano le reti di solidarietà il diritto al lavoro (n. 4); le violazioni alla libertà religiosa (n. 4).

Ciò significa che d’ora in poi sarà molto più chiaro affibbiare il titolo di “terrorista” e distruttore di pace a chi diffonde le pillole abortive in Europa e obbliga a progetti di controllo sulla popolazione, magari con aborti e sterilizzazioni forzate come in Cina. Mina la pace chi rivendica la libertà del matrimonio gay, punendo il “razzismo verbale” di quei genitori che parlano ancora di mamma e papà e definiscono come “maschio” e “femmina” i loro figli. Si potrà dare del terrorista a quei poteri forti finanziari che salvano i loro investimenti condannando alla miseria milioni di operai nel mondo.

Il papa dice che i principi su tutti questi temi (vita, matrimonio, lavoro, ecc…) non sono di carattere “confessionale”, ma umano: “Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”(n. 4). Essi sono espressione del desiderio innato nell’uomo di ispirazione alla pace, di un “dovere-diritto di uno sviluppo integrale, sociale, comunitario, e ciò fa parte del disegno di Dio sull’uomo” (n. 1)

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