VATICANO Papa: oggi ci sono cristiani ‘in carcere, sgozzati e impiccati per confessare Gesù’

12/04/2018, 11.43 – VATICANO
La testimonianza, insieme con obbedienza e concretezza furono mostrate dagli apostoli dopo la Risurrezione. “I peccati, i compromessi, la paura ci fanno dimenticare” il primo incontro con Gesù, l’incontro che ci ha cambiato la vita. “Eh, si ci porta un ricordo, ma un ricordo annacquato; ci fa diventare cristiani ma ‘all’acqua di rose’.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli: “in carcere, sgozzati e impiccati per confessare Gesù”. E’ tornato a dirlo papa Francesco nella messa che ha celebrato stamattina a Casa santa Marta, parlando dell’obbedienza, testimonianza, concretezza mostrate dagli apostoli dopo la Pasqua.

I 50 giorni del tempo pasquale, ha evidenziato Francesco, sono stati per gli apostoli un “tempo di gioia” per la Risurrezione. Una gioia vera ma ancora dubbiosa, timorosa, che si chiede come andranno le cose,  mentre dopo, con la discesa dello Spirito Santo, la gioia diventa “coraggiosa”: prima “capivano perché vedevano il Signore, ma non capivano tutto”, erano contenti ma non riuscivano a capire. “E’ stato lo Spirito Santo a fargli capire tutto”.

Agli apostoli, ha ricordato il Papa, era stato proibito di predicare di annunciare Gesù eppure, dopo la liberazione dal carcere per mezzo di un angelo, tornano ad insegnare nel tempio. Come narra la Prima lettura di oggi tratta dagli Atti (At 5,27-33), vengono quindi portati davanti al sinedrio dove il sommo sacerdote ricorda di avergli proibito di insegnare nel nome di Gesù. “Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”: è la risposta di Pietro. La parola “obbedienza” torna, poi, anche nel Vangelo odierno (Gv 3,31-36). E il Papa l’ha sottolineata perché “una vita di obbedienza” è quella che caratterizza gli apostoli che hanno ricevuto lo Spirito Santo. Obbedienza per seguire la strada di Gesù che “obbedì fino alla fine” come nell’Orto degli Ulivi. Obbedienza che consiste nel fare la volontà di Dio. L’obbedienza è il cammino che il Figlio “ci ha aperto”, dice Francesco, e il cristiano, quindi, “obbedisce a Dio”.

I sacerdoti, invece, che volevano comandare, hanno regolato il tutto, con una mancia: “la tangente è arrivata fino al Sepolcro”. Così risolve le cose il mondo, cioè “con cose mondane”. La prima è “il denaro”, il cui signore è il diavolo. Gesù stesso, infatti, dice che non si possono servire due signori.

La seconda caratteristica degli apostoli è “la testimonianza”. E “la testimonianza cristiana dà fastidio”. Un po’, ha spiegato, magari cerchiamo una via di compromesso “fra il mondo e noi”, ma “la testimonianza cristiana non conosce le vie di compromesso”. “Conosce la pazienza di accompagnare le persone che non condividono il nostro modo di pensare, la nostra fede, di tollerare, di accompagnare, ma mai di vendere la verità”. “Primo, obbedienza. Secondo, testimonianza, che dà tanto fastidio. E tutte le persecuzioni che ci sono, da quel momento fino ad oggi … Pensate ai cristiani perseguitati in Africa, in Medio Oriente … Ma ce ne sono di più che nei primi tempi oggi, in carcere, sgozzati, impiccati per confessare Gesù. Testimonianza fino alla fine”.

La concretezza degli apostoli è, poi, il terzo aspetto sul quale si è soffermato il Papa: parlavano di cose concrete, “non di “favole”. Quindi, come gli apostoli hanno visto e toccato,  “ognuno di noi ha toccato Gesù nella propria vita”. “Succede che tante volte i peccati, i compromessi, la paura ci fanno dimenticare questo primo incontro, dell’incontro che ci ha cambiato la vita. Eh, si ci porta un ricordo, ma un ricordo annacquato; ci fa diventare cristiani ma ‘all’acqua di rose’. Annacquati, superficiali. Chiedere sempre la grazia allo Spirito Santo della concretezza. Gesù è passato nella mia vita, per il mio cuore. Lo Spirito è entrato in me. Poi, forse, ho dimenticato ma, la grazia della memoria del primo incontro”.

Quindi, è tempo di chiedere la gioia pasquale. “Chiediamola gli uni per gli altri, ma quella gioia che viene dallo Spirito Santo, che dà lo Spirito Santo: la gioia dell’obbedienza pasquale, la gioia della testimonianza pasquale e la gioia della concretezza pasquale”.

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