Venezia: profanazione Chiesa di San Salvador | Imola Oggi

Intendo segnalare, come già fatto al Patriarcato, l’uso oltraggioso e profanatorio della Chiesa parrocchiale di San Salvador, dissacrazione operata con evidente permesso e/o complicità dell’amministratore parrocchiale don Massimiliano D’ Antiga che tra i fedeli assume impropriamente anche il titolo di Parroco, qual non è.

Dall’immagine allegata si evince inequivocabilmente di come la chiesa sia stata utilizzata per una esecrabile ed illecita attività dissacratoria del luogo di culto, tutelato dalla Soprintendenza, con riti, musiche, scenografie e paramenti che richiamano i riti satanici, con figuranti mascherati e donne seminude.

La profanazione è avvenuta in forma gravissima anche per la presenza del Santissimo Sacramento e per l’oltraggio allo stesso altare maggiore che è stato dissacrato e rivestito di un lugubre telo nero con simboli misterici. Si veda la foto allegata tra le meno scioccanti al fine di non turbare ulteriormente la sensibilità dei fedeli e lettori.

Allo stesso modo è stata celata, forse nel tentativo di non far riconoscere la chiesa, la prestigiosa opera del Tiziano la “Trasfigurazione di Cristo”: è palese l’evidente carenza di responsabilità anche per la tutela artistica e monumentale.

Negli ultimi mesi sono avvenuti all’interno della Chiesa anche due gravi episodi di aggressioni ove risultano coinvolti familiari del D’Antiga e personale di custodia della Chiesa. Per tali esecrabili fatti, a seguito di denunce, due processi sono già stati istituiti dall’ autorità giudiziaria ed in atto.

Quale parrocchiano di San Salvador e San Zulian chiedo al Patriarcato quanto ancora deve durare la gestione “familiare” di due chiese da parte di un prete e della sua famiglia già al centro di numerosi ed esecrabili fatti e circostanze che si perpetuano da decenni.
Si vedano ad esempio le affissioni di decine di cartelli sui muri di Venezia con frasi gravissime contro il D’Antiga, circostanze che hanno causato anche scellerati e deplorevoli azioni da parte dei familiari del prete e riportati dalla stampa.

Ritiene chi scrive che non possa più essere tollerata alcuna nuova azione dissacratoria del luogo di culto, usi lucrativi dello stesso e degli ambienti parrocchiali, ne di violazione dei diritti costituzionali.

Invito S.E. il Patriarca Moraglia ad esercitare l’azione di governo a Lui spettante e ad agire per il bene della Chiesa, intervenendo nei modi che riterrà più consoni, affinché sia garantita la sacralità della Chiesa di San Salvador e salvaguardati i diritti dei fedeli e visitatori.

L’ azione di comando e di autorità del Patriarca non può essere inficiata da comportamenti, parole ed azioni del presbitero ivi citato e soltanto amministratore, non parroco, delle due chiese.

Rimane peraltro situazione inusuale e certamente sorprendente per la stessa attività presbiterale e stante la nota carenza di sacerdoti, del perché il D’Antiga non sia ancora stato nominato parroco in oltre vent’anni di ministero sacerdotale.

Distinti saluti.

Alessandro prof. dott. Tamborini
Plenipotenziario, Cattedratico di Scienze Religiose, Storia e Simbolismo dell’Arte Antica e Medievale.
San Marco, Venezia.

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