Vescovi polacchi in campo contro il “gender”

di Roberto Marchesini

Domenica 29 dicembre, festa della Sacra Famiglia, in tutte le chiese polacche è stata etta dal pulpito la lettera che i vescovi hanno scritto per condannare l’ideologia di genere e l’omosessualismo (clicca qui per l’originale).

La lettera è piuttosto elaborata, ma è scritta in un tono deciso e combattivo. I vescovi, dopo aver introdotto la festa, ricordano la visione della sessualità umana espressa nella Teologia del Corpo di Giovanni Paolo II e da questa base affermano: “[…] ci sentiamo costretti a parlare in modo fermo ed inequivocabile in difesa della famiglia cristiana e dei valori fondamentali che essa protegge e a mettere in guardia contro i pericoli di chi promuove un nuovo tipo di forme di vita familiare”.

I vescovi ricostruiscono le fondamenta ideologiche dell’ideologia di genere e le rinvengono nel marxismo e nel neomarxismo espresso dal movimento femminista. Questa ideologia, negando la realtà umana, nega l’importanza del sesso biologico e afferma che il genere sessuale può essere modellato indipendentemente dal sesso biologico. Questa forma di autodeterminazione si spinge anche nella scelta del genere sessuale e apre la strada a un uovo tipo di famiglia basato su rapporti omosessuali.

“Il pericolo dell’ideologia di genere deriva fondamentalmente dalla sua natura profondamente distruttiva sia nei confronti della persona che delle relazioni interpersonali, e quindi di tutta la vita sociale. Un uomo con una identità di genere incerta non è in grado di scoprire e svolgere i compiti che deve affrontare, nel matrimonio come nella vita familiare, nonché socio-professionale. Cercando di equiparare i diversi tipi di unioni, di fatto indebolisce seriamente il matrimonio come  comunità di uomo e donna e la famiglia fondata sul matrimonio”.

I vescovi passano poi a denunciare la violenta penetrazione dell’ideologia di genere nelle strutture che animano la vita sociale anche a causa del forte coinvolgimento dei media.

Proseguono: “Non è l’esistenza dei due sessi la fonte di discriminazioni, ma la mancanza di riferimenti spirituali, l’egoismo umano e l’orgoglio, che bisogna costantemente superare. La Chiesa condanna le umiliazioni inflitte a persone con tendenze omosessuali, ma nello stesso tempo insiste sul fatto che l’attività omosessuale è profondamente disordinata, e che il matrimonio, essendo la comunità di un uomo e una donna, non può essere socialmente equiparato ad una relazione omosessuale”.

Si appellano infine alle famiglie cristiane, ai rappresentanti dei movimenti religiosi e delle associazioni ecclesiali e a tutte le persone di buona volontà perché intraprendano coraggiosamente azioni volte a diffondere la verità sul matrimonio e sulla famiglia; si rivolgono anche alle istituzioni responsabili della formazione perché non cedano alle pressioni di pochi che, in nome dell’educazione moderna, conducono esperimenti su bambini e giovani; invitano le istituzioni educative ad impegnarsi nella promozione di una visione integrale dell’uomo.

La lettera, resa pubblica alcuni giorni prima, ha suscitato reazioni molto forti. Si distingue, come al solito, per la sua virulenza il quotidiano Gazeta Wyborcza, nato come bollettino del sindacato Solidarnosc e ora espressione dell’ideologia laicista, che ha attaccato la lettera dei vescovi definendola “scioccante” e riferendosi all’ideologia di genere come un “nemico inventato” (clicca qui per l’originale). Intervistata dal quotidiano, il plenipotenziario del governo Tusk per le pari opportunità, Agnieszka Kozlowska-Rajewicz, si è detta “stupita” per i toni utilizzati dai prelati: “Purtroppo, questo non è un ramoscello d’ulivo. Dopo aver letto la lettera si può avere l’impressione che l’Europa occidentale arrivi in Polonia con questa cosa terribile del genere, che vuole sessualizzare i bambini e distruggere la famiglia. Ma chi vuole fare una cosa così orribile? Di certo non il governo, non l’Unione europea o le organizzazioni femministe”.

Secondo la professoressa Magdalena Środa, insegnante di filosofia presso l’Università di Varsavia e membro dell’Accademia Polacca delle Scienze, questa lettera sarebbe la solita cortina fumogena per distrarre l’attenzione dal problema della pedofilia nel clero polacco, ed “è la prova dell’enorme ignoranza della gerarchia, chiusa alle scienze umanistiche contemporanee. Questa lettera trasuda odio”.

Per il professor Krzysztof Podemski, insegnante di sociologia presso l’Università di Poznan, “La gerarchia ha incarnato il male nel misterioso genere. Hanno un nuovo nemico per spaventare la gente. Questa aberrazione è destinata a coloro che odiano gli avversari di Kaczynsky, gli ebrei, i gay, chi vota a sinistra, i liberali; coloro che hanno paura dell’Europa e dei cambiamenti. La Chiesa polacca è completamente radiomariizzata. Tra 5, 10 o 15 anni pagheranno con lo svuotamento completo delle chiese”.

Considerata la situazione attuale della Polonia, non c’è dubbio che la mossa dei vescovi sia stata clamorosa e coraggiosa; il fatto che la lettera sia stata letta in tutte le chiese dimostra sia la sua importanza sia l’attenzione pastorale dei vescovi polacchi.

Fonte: Vescovi polacchi in campo contro il “gender”.

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