ZENIT – Nel voto, non tralasciate la “fede cattolica”!

Dichiarazione dell’Assemblea Nazionale del Rinnovamento nello Spirito alla vigilia delle prossime Elezioni Politiche 2013

ROMA, Sunday, 27 January 2013 (Zenit.org).

Alla vigilia delle elezioni politiche, in programma il 24 – 25 febbraio p.v., il Consiglio Nazionale e l’Assemblea Nazionale del Rinnovamento nello Spirito (RnS), sottolineano la loro terzietà rispetto ad ogni schieramento politico e all’elaborazione delle diverse “agende politiche” che vengono presentate agli italiani.

Compresi intorno al Magistero della Chiesa, i responsabili del RnS sottolineano che un Movimento ecclesiale non è, né potrebbe trasformarsi in un soggetto politico. Come afferma il Santo Padre Benedetto XVI, «perderebbe la sua indipendenza ed autorità morale, identificandosi con un’unica via politica e con posizioni parziali e opinabili» (Aparecida, 14 maggio 2007).

La nostra missione, piuttosto, è quella di continuare a formare donne e uomini nuovi, costantemente illuminati e rinnovati dalla fede che vitalmente professano, capaci di “fare nuove” tutte le realtà umane, inclusa la politica, esigente forma di carità ed espressione alta della “nuova evangelizzazione” delle realtà temporali.

Aneliamo ad una politica che promuova il primato della persona, la promozione dell’uomo nella sua dignità integrale e trascendente, la salvaguardia e la riaffermazione del bene intangibile della famiglia, fondata sull’unione di un uomo e di una donna aperti al dono della vita e dei figli. Una politica che, ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa, trovi nel rispetto della legalità, nel diritto al lavoro, nella libertà educativa e religiosa le più efficaci soluzioni al moltiplicarsi di poveri e di povertà che assediano, quasi senza speranza, la nostra coscienza comunitaria.

Ed è proprio a questi “ultimi” che il RnS continua a guardare e a dedicarsi nell’impegno feriale, spirituale e materiale dei nostri 1.900 Gruppi e Comunità sparsi in ogni angolo del Paese, nella convinzione che oggi più che mai il principio costituzionale della “sussidiarietà orizzontale” debba trovare nei movimenti e nelle associazioni di scopo la migliore e più compiuta realizzazione.

Lo Stato e i partiti politici, se vorranno venire a capo delle molteplici sfide in atto, dovranno riconoscere il valore provvidenziale delle pedagogie di rinnovamento sociale fondate sui carismi e sui talenti ancora inespressi dei corpi intermedi, che fanno ancora “ricca di bene” e “bella d’anima” la nostra Nazione.

Senza una cultura della prossimità e una vicinanza affettiva ed effettiva ai giovani e agli anziani, ai poveri e agli impoveriti, a chi sta perdendo il diritto di cittadinanza attiva e a chi non lo riesce ad acquisire, il Paese non ritroverà un volto unitario e solidale.

Non ci pronunciamo sulla composizione delle liste elettorali e sui criteri che hanno portato alla loro definizione, tenuto anche conto dell’inadeguato sistema elettorale vigente, ma auspichiamo che la “partecipazione democratica” ritorni intanto nella vita politica interna ai partiti.

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