Parla il direttore del centro Russia Ecumenica: i preti, per venire incontro ai fedeli, confessano sempre più in luoghi alternativi
redazione
Sos confessioni, i preti si attrezzano contro la crisi e, in certi casi, pur di venire incontro ai fedeli che disertano i confessionali, ricevono le confidenze dei peccati in luoghi insoliti, alternativi. Uno su tutti, lo scomparto dei treni. Racconta don Sergio Mercanzin, direttore del Centro Russia Ecumenica a Borgo Pio (Roma): «E’ vero, i confessionali sono sempre più vuoti ma, al di là della crisi delle confessioni, ormai le persone preferiscono dialogare con il prete anzichè fare una lista di peccati». Il pentimento, in questi casi, può essere anche più sincero.
Da qui le confessioni alternative: nei posti più impensati, come lo scomparto di un treno. «Il viaggio in carrozza accanto ad un prete – spiega – può diventare il momento ideale per ricevere la confessione dei peccati. A patto che si riesca a mantenere la riservatezza». Secondo le ultime ricerche solo l’8 – 10% dei fedeli si confessa una volta al mese, il 2% più di una volta, il 50 – 60% una volta all´anno, al massimo due. Il 30% non si confessa mai. «Qualcuno racconta i suoi peccati anche per strada. Il fatto è – riflette il sacerdote – che la confessione, in questo modo, diventa più un dialogo che non una semplice lista di peccati dove magari il penitente teme di essere giudicato. Un dialogo nel quale ognuno racconta la sua condizione di vita che è una miscela di condizione psicologica e spirituale».
Cliccare sul link per continuare a leggere: «Crisi delle confessioni? Si può fare anche in treno» – Vatican Insider.