“Diciamo un sì alla vita senza tentennamenti” – Vatican Insider

Niente sconti sull’aborto. Bergoglio ha incontrato i ginecologi cattolici: “No alla cultura dello scarto: non è questione di fede, ma di ragione”

Domenico Agasso jr

Grande spazio sui media di oggi a quella frase del Papa nell’intervista a padre Antonio Spadaro per La Civiltà Cattolica: “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna farlo in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”. Qualcuno, probabilmente, ha interpretato queste parole come una sconfessione, o quantomeno un disinteresse, circa la battaglia sui temi cosiddetti “eticamente sensibili”. Come se a papa Francesco non stesse a cuore la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale.

Passano soltanto poche ore e in Vaticano arrivano i ginecologi cattolici. Ecco il “contesto” giusto. Il Papa nel discorso in Sala Clementina parla, eccome, di vita e di aborto, ricordando subito che “il fine ultimo dell’agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita”. E poi affronta la questione centrale: “Una diffusa mentalità dell’utile, la ‘cultura dello scarto’, che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un ‘sì’ deciso e senza tentennamenti alla vita”. Parla da “figlio della Chiesa”, Francesco, e richiama la dichiarazione della Congregazione della Dottrina del 1974 che recita: “Il primo diritto di una persona umana è la sua vita. Essa ha altri beni, e alcuni di essi sono più preziosi; ma è quello il bene fondamentale, condizione per tutti gli altri”.

E’ questo un tempo in cui “le cose hanno un prezzo e sono vendibili, ma le persone hanno una dignità, valgono più delle cose e non hanno prezzo. Per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano”.

Nel grande “ospedale da campo” che è la Chiesa secondo papa Francesco dunque non soltanto si accolgono e si curano le ferite, ma si lotta per impedirne di nuove, quali quelle provocate dalla pratica dell’aborto o della “dolce morte”, come viene anche chiamata l’eutanasia. Il Papa ricorda ai ginecologi cattolici che “nell’essere umano fragile ciascuno di noi è invitato a riconoscere il volto del Signore, che nella sua carne umana ha sperimentato l’indifferenza e la solitudine a cui spesso condanniamo i più poveri, sia nei Paesi in via di sviluppo, sia nelle società benestanti. Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato, ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare!”.

Francesco invita i medici cattolici a essere testimoni e diffusori della cultura della vita contro quella dello “scarto”. Ricordando loro che non fanno un mestiere ma compiono una missione, e spiegando con le parole di Benedetto XVI che “la carità del Buon Samaritano è la prima cattedra e il volto dell’uomo sofferente il volto stesso di Cristo”. E’ evidente che il Papa che ha fatto della misericordia il cuore e l’anima del suo agire e del suo parlare non intende fare sconti se si tratta della vita umana, anche quand’essa non sia ancora nata: Dio creò l’uomo a sua immagine. La donna che ha abortito va accolta amorevolmente nell’”ospedale da campo”; ma la mentalità, la cultura dello “scarto”, dello sfregio all’immagine di Dio, vanno combattute senza incertezze o timidezze.

E il Papa invita anche a guardare fuori dal “recinto” cattolico: “Cari amici medici, voi che siete chiamati a occuparvi della vita umana nella sua fase iniziale, ricordate a tutti, con i fatti e con le parole, che questa è sempre, in tutte le sue fasi e a ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede, ma di ragione e di scienza!”. E’ una battaglia di umanità, prima che di fede. Su questa trincea dovrebbero incontrarsi tutti gli uomini di buona volontà.

La conclusione di Francesco: “Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita è sempre sacra e inviolabile”.

Il Papa va componendo tutti i giorni il mosaico del suo pontificato, e ogni tessera va al suo posto, non a sostituirne un’altra ma ad accostarvisi, arricchendo e chiarendo il disegno complessivo. Egli, però, parla delle cose nel loro “contesto”, perché siano chiare a tutti, non confondibili e non strumentalizzabili.

Fonte: “Diciamo un sì alla vita senza tentennamenti” – Vatican Insider.

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