di Mathias Hariyadi
In una riunione decisa la cacciata della comunità protestante, nonostante la regolarità dei permessi e una sentenza della Corte costituzionale. Esclusi dal vertice proprio i leader della Yc, che puntano il dito contro il titolare degli Interni. Presentata una denuncia alle forze dell’ordine, sostenuta dalle Chiese indonesiane e da attivisti pro diritti umani.
Jakarta (AsiaNews) – “È una vergogna”. Così Bona Sigalingging, portavoce della GKI Yasmin Church, definisce l’incontro a porte chiuse fra il ministro degli Interni indonesiano, i vertici della municipalità di Bogor, nel West Java, e il leader di un movimento estremista islamico. Il raduno ha sancito la cacciata della comunità protestante dal proprio luogo di culto, nonostante la regolarità dei permessi di costruzione e una sentenza della Corte costituzionale. In risposta, i vertici del movimento cristiano hanno presentato una denuncia formale alla magistratura contro l’amministrazione locale e il sindaco Diani Budiarto.
L’incontro si è tenuto lo scorso 8 settembre e ad esso hanno preso parte Gamawan Fauzi, ministro indonesiano degli Interni, Ahmad Iman, capo del gruppo estremista islamico Forkami, e il sindaco di Bogor Diani Budiarto. Una decisione, quella del ministero, che ha provocato sconcerto in seno alla comunità cristiana: oltre che essere esclusi dal tavolo delle trattative, i fedeli hanno dovuto subire in modo passivo il volere dei due fronti – l’amministrazione locale e il movimento estremista Forkami – che più di ogni altro hanno “perseguitato” la minoranza religiosa negli ultimi mesi.
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