Schiacciante pressione delle Nazioni Unite per approvare l’aborto in paesi cristiani – Fondazione Novae Terrae

La Papua Nuova Guinea è un paese profondamente cristiano, come ha affermato senza alcuna vergogna il primo ministro nel messaggio di Pasqua.

Questa settimana i leader cristiani, evidentemente rispettati in Papua Nuova Guinea, hanno messo in guardia da forze ‘esterne’ che stanno tentando di imporre l’aborto nel paese.

Il primo ministro si riferiva all’incontro delle Nazioni Unite, durante il quale l’ambasciatore della Papua Nuova Guinea ha promosso l’aborto e i diritti sessuali. L’incontro annuale della Commissione dell’ONU sulla popolazione e lo sviluppo è spesso ignorata dai governi minori, che non possono tenere traccia di quello che fanno le loro delegazioni presso le Nazioni Unite.

Tuttavia la posizione dell’ambasciatore è stata tanto singolare da convincere qualcuno a contattare i giornali nella Papua Nuova Guinea per scoprire se fossero consapevoli del fatto che il loro governo stesse promuovendo l’aborto e i diritti sessuali.

Poche settimane dopo, i vescovi cristiani hanno rilasciato una lettera aperta ai propri leader politici. Riportiamo qui alcune parti:

“Al giorno d’oggi stiamo affrontando nuove e pericolose tendenze che non possiamo ignorare. La popolazione della Papua Nuova Guinea è sempre stata aperta alla nuova vita, ai figli nati nelle famiglie. L’aborto, considerato dalla maggior parte dei cittadini una pratica ripugnante, è ancora illegale nella Papua Nuova Guinea. Tuttavia, i leader politici devono affrontare grandi pressioni interne ed esterne allo stato, volte a far cambiare loro opinione. Il governo un giorno deciderà che l’uccisione di bambini non ancora nati è positiva per il paese, che è qualcosa che porterà la benedizione di Dio sugli uomini? Preghiamo che i nostri leader non si pieghino mai a questa tentazione per scopi politici ed economici.”

“Ecco un’altra preoccupazione per la Chiesa Cattolica, la crescente ideologia politica che lega lo sviluppo al controllo demografico. In questi giorni molti politici stanno prendendo questa direzione. Ma perché l’istruzione e la sanità stanno peggiorando rapidamente? Come possiamo risolvere questa situazione? Pensate a tutti i giovani disoccupati e frustrati sulle strade delle nostre città, che cercano opportunità dove non ce ne sono. Questa situazione sta diventando pericolosa. Cosa possiamo fare?”

“Purtroppo, invece di cercare soluzioni positive, il governo sembra aver stabilito una strategia che non si concentra sulle vere cause del declino del paese. Molti politici credono che l’aumento della popolazione sia la vera causa. Freniamo le nascite, e tutto si sistemerà. Perciò apriamo le porte ad organizzazioni come quella di Marie Stopes, per ‘sterilizzare’ un gran numero di donne con lo scopo di bloccare l’aumento della popolazione. Gli impianti ormonali sono promossi e applicati in grande scala, ignorando gli effetti fisici, emotivi e sociali sulle ragazze, sulle donne e sulla comunità in generale.”

“I nostri leader politici hanno riflettuto su questa questione? Sapete cosa potrebbero pensare i cittadini riguardo a questa strategia? Vi preoccupano le eventuali conseguenze dell’alterazione della natura? Pensate davvero che il controllo demografico, che sembra la strada più semplice, funzionerà davvero e risolverà i seri problemi che continuiamo ad affrontare? La nostra è una nazione giovane, fiera ed indipendente, e ora qualcuno vuole indicare la limitazione della fertilità come la soluzione ai nostri problemi?”

“È sempre un piacere parlare delle grandi ricchezze del nostro paese, della popolazione formata da culture diverse e della sua energia. Siamo gioiosi per la grande ricchezza costituita dall’abbondanza di risorse naturali donate da Dio. Magari unire queste due cose,la ricchezza e la crescita naturale della nostra vivace popolazione, sarebbe un programma migliore, il segreto per diventare una grande nazione con prosperità, pace e giustizia per tutti.”

Abbiamo buoni motivi per cui preoccuparci. Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) e il Planned Parenthood hanno intrapreso un piano per imporre l’aborto e i diritti sessuali nella Papua Nuova Guinea e in altre isole del Pacifico.

Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, responsabile per la politica cinese del figlio unico, e Planned Parenthood hanno tenuto un incontro nell’Asia sudorientale con un miscuglio di persone che lavorano per il governo delle isole del Pacifico, che però non rappresentavano i governi.

Hanno firmato la ‘Moana Declaration’, una dichiarazione chiaramente scritta da sostenitori radicali dell’aborto e dei diritti sessuali.

Riporto sotto un articolo del UNFPA che esalta questa dichiarazione. Notate che nell’articolo si afferma che non si tratta di un accordo tra governi, ma di un impegno tra singoli individui:

“I partecipanti hanno concordato l’istituzione di meccanismi attraverso i quali può essere generato supporto tecnico o di difesa, da parte di un leader politico che vuole avanzare questioni legate alla Conferenza Internazionale sulla popolazione e lo sviluppo o ai diritti sessuali e riproduttivi.”

Funzionari casuali hanno firmato questa dichiarazione. È stato chiesto loro di contattare le proprie delegazioni di governo (probabilmente le spese sono state rimborsate) per programmare un importante incontro presso le Nazioni Unite ad aprile.

Alla Commissione delle Nazioni Unite per la popolazione e lo sviluppo, l’ambasciatore della Papua Nuova Guinea ha dichiarato che le isole del Pacifico hanno appoggiato la Moana Declaration.

Alla fine dell’incontro, dopo aver reso note ai governi delle isole del Pacifico le azioni delle loro delegazioni, molti sono rimasti in silenzio. Il UNFPA non poteva raccogliere sostegno per l’agenda radicale, e nemmeno prendere le distanze, preferendo offuscarne gli obiettivi.

I sostenitori dell’aborto e dei diritti sessuali non sono riusciti a realizzare diritti internazionali. Ma hanno esteso l’approccio per infiltrarsi nei sistemi governativi.

I leader cristiani della Papua Nuova Guinea ne sono al corrente.

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