Entrambi negano l’accusa e faranno appello. Era stato un muftì locale, Maulvi Mohammad Hussain, a denunciarli il 21 luglio dello scorso anno, accusando il marito di avergli inviato un messaggio contenente un insulto al Profeta dal cellulare della moglie.
Secondo la difesa, il messaggio partì da un telefonino che la coppia aveva perso qualche tempo prima dell’incidente; i due sospettano di essere stata tirata in ballo da qualcuno che aveva risentimenti nei loro confronti.
Il Pakistan ha leggi molto severe per chi diffama l’islam, compresa la pena di morte per
chi insulta il profeta Maometto. Gli attivisti a tutela dei diritti umani sostengono tuttavia che spesso tali leggi vengono utilizzate per dirimere controversie personali. Gojra nel 2009 fu teatro di un pesante attacco alla comunità critiana, dopo che si era sparsa la voce che era stato profanato un Corano: una folla inferocità assalì il quartiere cristiano e diede alle fiamme 77 case; nelle violenze trovarono la morte 7 persone.
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