ZENIT – Paul Bhatti: “Per me e per la Chiesa mio fratello è un martire”

Intervista in esclusiva al Ministro Pakistano per l’Armonia Nazionale, fratello di Shahbaz Bhatti assassinato per la sua difesa delle minoranze religiose del Paese

ROMA, mercoledì, 14 novembre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito l’intervista a Paul Bhatti, Ministro pakistano per l’Armonia Nazionale e fratello di Shahbaz Bhatti, vittima dell’odio anticristiano, realizzata durante il Convegno Fides Vita e pubblicata dal sito L’Ancora Online.
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Vorrei iniziare questa intervista ricordando suo fratello Shabaz Bhatti, l’uomo politico che ha pagato col sangue la difesa delle minoranze religiose in Pakistan. Anche se la Chiesa non lo ha ancora ufficialmente riconosciuto come tale, egli è a tutti gli effetti un martire dei nostri giorni. Perdere un fratello deve essere stato drammatico per lei. La fede le ha portato conforto, è riuscita a darle consolazione?
Shabbaz era mio fratello minore e ha dato una testimonianza molto forte. Noi crediamo, come è evidente nelle sue dichiarazioni e anche nella la sua lotta, che lui è a tutti gli effetti è martire. Il Vaticano lo ha conosciuto come tale anche se la procedura legale richiede un determinato tempo e un particolare percorso prima di un riconoscimento ufficiale. Dopo l’assassinio di mio fratello ho incontrato il Papa e lui mi ha fatto le condoglianze e mi ha subito detto che considerava Shahbaz come un martire. Perciò noi, insieme con la chiesa, siamo convinti che egli abbia vissuto il suo sacrificio come un martire. Per me chiaramente ci sono due aspetti: da una parte, come fratello col quale avevo un legame affettuoso molto forte, è stato molto scioccante, molto molto triste perché per me oltre che un fratello era un amico  e sapevo che stava portando avanti un lavoro importante. D’altra parte quando oggi vedo che lui, con la sua testimonianza, ha trasmesso un messaggio a tutto mi faccio coraggio e lo ricordo con onore.

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