I crimini contro i cristiani siriaci e l’indifferenza dell’Occidente | Italian news | Fondazione Novae Terrae

syria crisisDopo i recenti attacchi da parte di militanti islamici contro Maaloula e al-Raqqa , il mondo è stato testimone di un altro assalto organizzato contro due luoghi cristiani in Siria. Le città bibliche di Sadad e Hafar sono state assediate e distrutte. 3.000 famiglie cristiane sono riusciti a fuggire, ma 1.500 famiglie sono state tenute in ostaggio e usate come scudi umani dal 21 al 28 ottobre. I cristiani di Siria, che sono sempre più devono fuggire dal proprio paese, continuano ad essere senza parole per il silenzio assordante del mondo su tali crimini impuniti contro l’umanità.

Il 21 ottobre sette gruppi islamici militanti hanno unito le forze nel porre assedio alla città biblica di Sadad (vedi Numeri 34,8 ed Ezechiele 15,47). Prima che il 28 ottobre l’esercito siriano liberasse Jubhat al-Nusra (nella lista nera delle organizzazioni terroristiche) e la brigata Katibat al-Mahawer del Free Syrian Army (riconosciuta e sostenuta da nazioni occidentali e musulmane), che faceva parte di questa alleanza diabolica, 1.500 famiglie cristiane siriache sono state tenute per una settimana in ostaggio e sono state utilizzate senza vergogna come scudi umani, anche se si trattava di donne, bambini e anziani.

2.500 famiglie sono riuscite a fuggire da Sadad prima della distruzione jihadista e della presa in ostaggio delle famiglie rimaste. Alcuni degli ostaggi sono stati in grado di fuggire nella vicina città di Hafar. Durante l’assedio, almeno 45 civili innocenti sono stati freddati, torturati, giustiziati o bruciati vivi nelle loro case e per strada. Dieci persone sono disperse e altre trenta sono state ferite. Coloro che sono fuggiti dalla loro città natale e che avevano con sè oggetti di valore (come denaro, oro e documenti) sono stati derubati senza pietà. Prima di essere uccisi o tenuti in ostaggio, i membri delle 500 famiglie siriache di Hafar erano già riusciti a fuggire dalla loro città natale.

Tutte le case e negozi sono stati saccheggiati e molti sono stati dati alle fiamme. I ribelli hanno anche saccheggiato le chiese, da cui hanno rubato preziosi manoscritti aramaici e in cui hanno distrutto immagini di Gesù e di Maria con graffiti intimidatori come “Allah u akbar”, “ecco i nipoti del profeta”, “Jubhat al-Nusra” e “il regime crollerà”. Praticamente tutti gli edifici pubblici sono stati completamente distrutti, tra cui l’ospedale, le scuole, l’ufficio postale e il comune.

Prima che fossero commessi questi crimini di guerra, Sadad era considerata un rifugio sicuro per 600 famiglie di sfollati siriaci provenienti da altre città e province minacciate o distrutte della Siria. Purtroppo la popolazione totale prima dell’assalto di 4.000 famiglie cristiane siriache è ormai fuggita da Sadad verso luoghi più sicuri tra Homs e Damasco. Pochissimi hanno il coraggio di tornare a casa, per la paura che i terroristi armati possono essere vicino a Sadad e tornare.

Sadad si trova 120 km a nord di Damasco e 60 km a sud di Homs. L’aramaico, la lingua di Gesù, era ancora parlata in quei luoghi come una lingua viva. La città, fiorente dal punto di vista religioso, aveva quattro sacerdoti addetti alla supervisione delle 14 chiese e dell’antico monastero di S. Mama. L’antichità e la storica importanza di questo sito archeologico non possono essere sopravvalutate. Per esempio, la chiesa di San Giorgio è stato costruito su un tempio precristiano dedicato al dio della tempesta Hadad, la divinità principale venerata dai siriaci prima di convertirsi al cristianesimo. Nonostante il suo valore inestimabile, metà della città è abbandonata tra i rifiuti, senza acqua potabile nè energia elettrica. Questa terribile catastrofe umanitaria di enormi proporzioni è stata completamente ignorata dall’Occidente.

Selwanos Boutros Alnemeh, metropolita siriaco ortodosso di Homs e Hama che sovrintende le città di Sadad e Hafar, denuncia l’urgente bisogno di aiuto per le vittime: “La nostra gente è terrorizzata e dominata dalla paura che non ci sia più nessun posto sicuro in Siria. Le persone sono state utilizzate per una settimana come scudi umani e hanno perso tutto quello che avevano costruito nella loro città natale. A nome loro, faccio un appello urgente alla comunità internazionale per gli aiuti umanitari. Durante questo inverno, quelli che hanno lasciato le loro case, ma soprattutto coloro che desiderano tornarvi, avranno disperato bisogno di cibo, acqua, vestiti, medicine e denaro per ricostruire o rimettere in piedi le loro case”.

I fatti parlano da soli. Convertire, saccheggiare o eliminare i cristiani siriaci (e le altre minoranze vulnerabili che non appartengono all’Islam) è un obiettivo guida dei jihadisti. Ad esempio, solo un mese fa lo Stato islamico dell’Iraq orientale, affiliato ad al-Qaeda, ha invaso la città siriana settentrionale di al-Raqqa. I miliziani sono entrati nelle due chiese dei cristiani, che costituiscono il 10% della popolazione, hanno distrutto le croci, bruciato gli altari, causato danni irreparabili per tutti i tipi di proprietà e hanno issato la bandiera nera di al-Qaeda. Un’invasione simile ha avuto luogo il 4 settembre in una serie di attacchi contro Maaloula, città cristiana siriaca 55 km a nord di Damasco, dove fino a quel momento era sopravvissuto l’aramaico, la lingua di Gesù. Tuttavia, i suoi abitanti non sono ancora tornati a casa ed è solo una questione di tempo perché il loro dialetto aramaico si estingua.

I cristiani e le altre minoranze vengono sradicati dalle loro terre dalle milizie di integralisti musulmani. Negli ultimi decenni, si è visto poco o nessun rifiuto o opposizione a tali atrocità e crimini di guerra da parte dei governi del Medio Oriente. Anche in Occidente, i politici e i media hanno risposto con un assordante silenzio e con l’indifferenza alle continue violazioni dei diritti umani contro le popolazioni autoctone in via di estinzione. Molti governi e organizzazioni dei media hanno paura di criticare gli islamisti, ma tutto a discapito dei cristiani e delle altre minoranze vulnerabili.

Il Consiglio Mondiale di Siri (WCA) condanna fermamente gli attacchi vergognosi contro donne, bambini e anziani in città indifese come Sadad, e chiede misure urgenti da adottare da parte della comunità internazionale. Daniel Gabriel, direttore della sezione Diritti Umani dell’WCA, osserva: “Manca pochissimo. L’estinzione del cristianesimo aramaico in Siria è imminente. È giunto il momento per i politici e giornalisti di schierarsi senza paura dalla parte della verità, così da assicurare alla giustizia gli autori di tali crimini vili contro l’umanità e coloro che li sostengono, e da aiutare i cristiani della Siria e le altre minoranze minacciate a rimanere nella terra dei loro antenati. Il WCA invita urgentemente il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Parlamento europeo e l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’ Europa ad adottare una risoluzione riguardante questi crimini di guerra”.

World Council of Armenians

Fonte: i-crimini-contro-i-cristiani-siriaci-e-l-indifferenza-dell-occidente | Italian news | Fondazione Novae Terrae.

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