Aborto, libertà sessuale… «Questa meravigliosa permissività nei riguardi della maggioranza, da chi è voluta? Dal potere dei consumi, dal nuovo fascismo». Così il grande artista (omosessuale) denunciava la falsità dei principi su cui si basano tante battaglie “progressiste”
«A proposito dell’aborto (argomento di allora, ma come non riferirlo ad ogni rivendicazione attuale nel campo della sessualità?, ndr) è il primo, e l’unico, caso in cui i radicali e tutti gli abortisti democratici più puri e rigorosi si appellano alla Realpolitik e quindi ricorrono alla prevaricazione “cinica” dei dati di fatto e del buon senso. Se essi si sono posti sempre, anzitutto, il problema (com’è giusto) di quali siano i “principi reali” da difendere, questa volta non l’hanno fatto. Ora, come essi sanno bene, non c’è un solo caso in cui i “principi reali” coincidano con quelli che la maggioranza considera propri diritti… Perché io considero non “reali” i principi su cui i radicali e in genere i progressisti (conformisticamente) fondano la loro lotta per la legalizzazione dell’aborto? Per una serie caotica, tumultuosa ed emozionante di ragioni. Io so che la maggioranza è già tutta, potenzialmente, per la legalizzazione dell’aborto. Esso è, senza dubbio, un’enorme comodità per la maggioranza. Soprattutto perché renderebbe ancora più facile il coito a cui non ci sarebbero praticamente più ostacoli. Ma questa libertà del coito della coppia, così com’è concepita dalla maggioranza – questa meravigliosa permissività nei suoi riguardi – da chi è voluta, promulgata e tacitamente fatta entrare nelle abitudini? Dal potere dei consumi, dal nuovo fascismo. Esso si è impadronito delle esigenze di libertà diciamo così liberali e progressiste e, facendole sue, le ha vanificate, ha cambiato la loro natura. Oggi la libertà sessuale è un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore. Risultato: la libertà sessuale “regalata” dal potere è una vera e propria generale nevrosi. La facilità ha creato l’ossessione; perché è una facilità indotta e imposta…».
Adesso prendete la parola “aborto” e traducetela nel gergo attuale. “Diritto riproduttivo” lo chiamano i poteri occidentali. Così come chiamano “loveislove”, l’amoreèamore, il puro e semplice consumo sessuale.
Ps. È bellissimo poi andarsi a rivedere gli articoli nei quali, sempre sul Corriere della Sera, Pasolini in quanto omosessuale, ma non conformista, rimanda ai mittenti gli attacchi di Franco Rodano, Natalia Ginzburg, Alberto Moravia, passando per Umberto Eco e Giorgio Bocca fino a tutto il fior fiore dell’intellighenzia di sinistra.
viaPasolini e la sinistra dei “diritti” serva del consumismo | Tempi.it.