Censure e manipolazioni del “Servizio pubblico radiotelevisivo”: il caso della Marcia per la Vita di Washington secondo il Tg di Rai 2 | Robi Ronza

Una vergognosa manipolazione: in altro modo non si potrebbe definire il servizio da Washington che ieri sera il telegiornale delle 20,30 di Rai2  ha dedicato, impastandoli insieme, a due diversi eventi di cui la capitale americana era recentemente stata teatro, ossia la March for Life e la Women March against Trump. Ai telespettatori le due manifestazioni sono state presentate in rapida sequenza e montate come se la prima, illustrata con immagini scelte in modo da farla sembrare tra l’altro una manifestazione di quattro gatti, fosse semplicemente una sfilata di sostenitori di Trump, brutta gente e perciò contraria all’aborto; e la seconda invece fosse una parallela contro-sfilata di donne schierate contro di lui, brava gente e perciò a favore dell’aborto.

Si trattava in effetti di due manifestazioni che c’entrano ben poco l’una con l’altra. La prima, la March for Life (= Marcia per la vita), che aveva avuto luogo l’altro ieri, venerdì, era la 46° edizione della grande manifestazione popolare contro la legalizzazione dell’aborto che si svolge ogni anno a Washington  nell’anniversario della sentenza Roe vs Wade:  la sentenza con cui  il 22 gennaio 1973  la Corte Suprema degli Usa legalizzò in tutto il Paese la pratica dell’aborto, scavalcando le leggi che fino ad allora lo vietavano in 30 Stati dell’Unione su 50 e lo limitavano fortemente in altri 6 Stati.

Da tempo divenuta la più imponente manifestazione contro l’aborto del mondo (ormai da anni vi partecipano oltre 100 mila persone), la March for Life è un evento che tanto per le sue dimensioni quanto per il luogo ove avviene dovrebbe fare notizia. Viceversa la stampa e le tv italiane di regola lo ignorano. Questa volta il Tg di Rai 2 ha rotto il fronte di tale censura, ma solo per parlarne nel modo manipolato che si diceva.

La Women March against Trump (= Marcia delle donne contro Trump), svoltasi invece ieri, sabato, era la terza edizione di un evento che, oltre ad essere di ben minori dimensioni, è soltanto uno dei tanti episodi della campagna montata negli Stati Uniti contro Trump da un establishment incapace di rassegnarsi all’idea che il popolo americano abbia votato per lui invece che per Hillary Clinton.

E’ vero che Trump, eletto anche perché schierato toto corde contro l’aborto (scelta di campo largamente nascosta dalla stampa italiana, compresa quella di ispirazione cattolica) ha inviato agli organizzatori della Marcia per la Vita un caloroso messaggio di appoggio. E non vedo perché – osservo qui per inciso — chiunque sia per la vita non debba compiacersene, quale che sia il suo giudizio politico sulla presidenza Trump considerata nel suo insieme. Ciò tuttavia non autorizza a spacciare per un evento organizzato ad hoc a suo sostegno una manifestazione  che ha luogo da 47 anni, e che raccoglie consensi che vanno ben oltre il suo elettorato repubblicano. Si stima infatti che attualmente almeno un quarto degli elettori democratici sia contrario all’aborto.

Mi sono soffermato qui sull’episodio per dare un esempio di quante e quali manipolazioni e censure caratterizzino anche il nostro cosiddetto “servizio pubblico” radiotelevisivo. Perciò di quanto sia importante che da un lato la gente di buona volontà al suo interno cerchi di risanarlo nella misura del possibile, ma dall’altro quanto sia altrettanto importante che il radio e teleutente diventi sempre più capace di farne un uso molto critico.

20 gennaio 2019

Sorgente: Censure e manipolazioni del “Servizio pubblico radiotelevisivo”: il caso della Marcia per la Vita di Washington secondo il Tg di Rai 2 | Robi Ronza

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