Petizione all’ Unione Europea sulla condizione su handicappati mentali, Ricorso alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” di “Cristiani per Servire”..

Nel Trattato che adotta la Costituzione Europea, firmato a Roma il 29 ottobre 2004, nel Preambolo dove la UE resta più vicina ai cittadini, compresi i più deboli e bisognosi ed in materia di non discriminazione di cui al Titolo 3° articolo II°-81, pur riconoscendo e rispettando diritti, non viene specificatamente riconosciuta quale persona, quella relativa ai portatori di handicap psichici, la più forte disabilità fra le sventure dell’essere umano, lasciando agli Stati Membri la competenza delle Politiche Economiche-Sanitarie.

L’inadeguata attenzione della Costituzione Europea sull’handicap mentale è stata rilevata dall’Associazione “Cristiani per servire”  con l’inoltro alla Commissione Europea di una Petizione con la quale si richiedeva una specifica Normativa o Risoluzione su questi tipi di malati”.

Nel testo della Petizione, che fa seguito ad una analoga richiesta presentata al Parlamento Europeo n. 146/99, si poneva in risalto che non è sufficiente promuovere soluzioni prevalentemente Tecniche-Legislative-Costituzionali di attenzione a questo tipo di handicap, se non si aggiungono misure etico-sociali adeguate a dare risposte esaurienti anche a quelle necessità di natura psichica che logorano progressivamente le resistenze dei “malati”, dei loro congiunti e della Società Europea.

Nel testo della Petizione si citava che anche i Ministri Europei degli Affari Sociali e del Lavoro riuniti in Lussemburgo hanno affrontato l’argomento della malattia mentale, invitando gli Stati membri della UE a prendere misure per ridurre i rischi dell’esclusione sociale di questi “malati” ed a raccogliere dati sulle conseguenze Sociali, Economiche e di Salute Pubblica dovute alle malattie mentali.

Ma il malato psichico abbisogna di cure mediche, e non solo, perché già è un involontario escluso sociale. Richiamando anche i gravi rischi per la sicurezza di tutti i cittadini, a fronte dei numerosi casi di violenze attuate da persone portatrici di malattie psichiche nei confronti di parenti, vicini, o passanti, si è voluto invitare il Presidente del Parlamento Europeo a considerare che queste “persone” sono anche cittadini europei, che in mancanza delle azioni primarie atte alla salvaguardia della loro salute, abbisognano di una meticolosa, puntuale normativa di organizzazione di moderne strutture e di innovazioni sia nel campo degli interventi del Legislatore che in questo ambito neuro-psichiatrico, con una norma specifica che non si intravede nella Costituzione Europea, unita ad insufficienze di strutture adeguate, a questi “malati” atte alla cura ed accoglienza diversificata fra gli Stati membri.

Col diniego della emissione da parte del Parlamento Europeo di una normativa uguale  e con la stessa efficacia in tutti i 27 Stati della UE, è stato proposto Ricorso alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” di Strasburgo rubricato al n 44330/06 “convinti” come recita nel Preambolo la Costituzione Europea, “che l’Europa, ormai riunificata dopo esperienze dolorose, intende avanzare sulla via della civiltà, del progresso e della prosperità per il bene di tutti i suoi abitanti, compresi i più deboli e bisognosi” come sono i malati psichici.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo ll° : Andiamo avanti con speranza !

Previte

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