Appello della Chiesa in Siria: bloccate l’invio di armi ai terroristi islamici che massacrano i cristiani!

di Padre Nader Jbeil –  6 marzo 2013

Carissima Silvana De Mari, Presidente Associazione “Salviamo i cristiani”,

sono padre Nader Jbeil un sacerdote libanese direttore della radio cristiana operante in Libano “Sawt el Sama” e collaboratore dell’Arcivescovo di Zahleh, Furzol e Bèkaa (Libano) S.E.Mons. Issam John Darwich, B.S. della Chiesa greco-cattolica-melchita, per quanto concerne l’appello perché si blocchi l’invio di armi in Siria.

In questo appello si uniscono a me tutti i presbiteri, vescovi, patriarchi e fedeli cristiani di tutti i riti.  Il 21 febbraio tre esplosioni successive nel quartiere Mazraa della capitale siriana hanno provocato 53 morti e 235 feriti e gravissimi danni materiali in particolare ad una scuola e ad un ospedale, ma la lotta è sempre più cruenta, negli ultimi tre giorni i ribelli hanno bombardato  i centri cristiani di Damasco e le chiese di Bab Tuma, Kassas, Shnaia e Jaramana.

Nella periferia di Damasco hanno bombardato Malula (unico villaggio al mondo in cui si parla “aramaico” la lingua Gesù) e, dove c’è il più antico altare nel mondo, e ancora  Sednaya un altro importante villaggio dove c’è un antico convento mariano.

Nelle eparchie di Homs, Latakia, Safita e Marmarita (Valle dei cristiani con 143 villaggi), di Houran, Aleppo e Damasco, la situazione della popolazione, in generale, e nostri fedeli, in particolare, è catastrofica. Circa 20 chiese sono state distrutte, danneggiate, devastate, abbandonate. Non si è più celebrata la Divina Liturgia.

All’interno della guerra civile siriana, terroristi ed estremisti islamici si sono inseriti nella battaglia tra il regime di Bashar al-Assad e i diversi gruppi di ribelli. I terroristi stranieri sono i più abili nella guerriglia e servono alla causa, prendono di mira le comunità cristiane e derubano e rapiscono i cittadini siriani, e tanti sacerdoti  sono stati sequestrati, e ancora non si hanno notizie di loro.

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