Quindi il Patriarca ha fatto riferimento all’attuale crisi economica mondiale, che «esige in modo imperativo l’organizzazione di un’azione umanitaria, per la quale avete una grande esperienza, Santità, grazie al vostro lungo e apprezzato ministero come buon Samaritano in America Latina, dove avete sperimentato, in qualità di pastore, sicuramente come pochi altri, l’amarezza della sofferenza e della miseria umana. Quelli che hanno di più devono essere stimolati a offrire del proprio in modo spontaneo e con gioia a quelli che non hanno. In questo modo per mezzo della giustizia verrà assicurata la pace, che è la richiesta di tutti gli uomini e l’ardente attesa di tutte le genti e di tutti i popoli».
Bartolomeo I ha ricordato che «abbiamo il dovere di nutrire gli affamati, di vestire gli ignudi, di curare i malati, e più in generale di preoccuparci di quelli che si trovano nel bisogno, per essere degni di udire dal Signore: “Venite, benedetti, dal Padre mio, ricevete in eredità il Regno preparato per voi”».
Quindi ha evidenziato come «la scelta della semplicità da parte della Vostra amata e onorata Santità» abbia reso e renda evidente il criterio che guida Papa Francesco «nella scelta dell’essenziale. Ciò riempie di speranza i cuori di tutti i vostri fedeli sparsi nel mondo e in generale di tutti gli uomini di speranza, perché — si è detto convinto — questo criterio che guida le vostre scelte troverà una più ampia accoglienza, in modo che la giustizia e la misericordia che rappresentano le esigenze più essenziali della legge abbiano per la Chiesa l’importanza primaria che meritano».
Poi il Patriarca ha spiegato come «nel corso della storia bimillenaria della vita della Chiesa di Cristo, alcune verità» del Vangelo siano state «distorte e travisate da alcuni gruppi cristiani, con il risultato che oggi in ampi strati delle popolazioni cristiane prevalgono, purtroppo, concezioni mondane. È assai grave e urgente il dovere e l’obbligo da parte di tutti noi, di ricordare a noi stessi, gli uni agli altri, e a tutti, che Dio è disceso dal cielo sulla Terra, si è fatto uomo in Gesù Cristo, affinché vivessimo come cittadini la cui patria è nei cieli. Sì veramente il Signore è Dio e si è manifestato a noi; Lui che dal principio è il creatore dell’universo e governa ogni cosa, si è abbassato fino alla morte e alla morte di croce, per mostrare attraverso la sua resurrezione che è benedetto colui che viene nel nome del Signore, e solo nel suo nome, al servizio dell’intero corpo, affinché tutti siamo una cosa sola e Cristo sia tutto in tutti».
Il discorso di papa Francesco
di diverse tradizioni religiose”. Inoltre “la Chiesa Cattolica è ugualmente consapevole della responsabilità che tutti portiamo verso questo nostro mondo, verso l’intero creato, che dobbiamo amare e custodire”. “Noi – ha aggiunto il nuovo Papa – possiamo fare molto per il bene di chi è più povero, di chi è debole e di chi soffre, per favorire la giustizia, per promuovere la riconciliazione, per costruire la pace”. “Ma – ha ricordato – soprattutto, dobbiamo tenere viva nel mondo la sete dell’Assoluto, non permettendo che prevalga una visione della persona umana ad una sola dimensione, secondo cui l’uomo si riduce a ciò che produce e a ciò che consuma: è questa una delle insidie più pericolose per il nostro tempo”.
“Sappiamo – ha concluso papa Bergoglio – quanta violenza abbia prodotto nella storia recente il tentativo di eliminare Dio e il divino dall’orizzonte dell’umanità, e avvertiamo il valore di testimoniare nelle nostre società l’originaria apertura alla trascendenza che è insita nel cuore dell’uomo. In ciò, sentiamo vicini anche tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della verità, della bontà e della bellezza, di Dio, e che sono nostri preziosi alleati nell’impegno a difesa della dignità dell’uomo, nella costruzione di una convivenza pacifica fra i popoli e nel custodire con cura il creato”.
Nella Sala Clementina Papa Francesco ha compiuto oggi il gesto di Paolo VI con Atenagora, abbracciando e chiamando Andrea il patriarca Bartolomeo in quanto erede dell’Apostolo, così come Atenagora chiamò Pietro Papa Montini. E ha teso la mano anche a “tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca della verità, della bontà e della
bellezza”.
Fonte: Il Papa: «Quanta violenza prodotta dal tentativo di eliminare Dio» | Chiesa | www.avvenire.it.