Nella Germania nazista credenti e non credenti si rifugiavano nelle chiese | UCCR

Chi segue la stampa spagnola conosce bene il successo riscosso dal romanzo storico “Los hijos del Führer” (Libroslibres 2012) di Francisco Javier Aspas sull’indottrinamento dei bambini tedeschi, un vero viaggio nella Gioventù hitleriana(oltre otto milioni di membri).

L’autore, intervistato per l’occasione dall’ottimo sito “Religion En Libertad”, ha detto che «il ruolo svolto dalla mitologia germanica era molto più importante di quanto si possa pensare a priori, in particolare nella formazione dei ragazzi della Gioventù hitleriana». Lo studioso si è soffermato anche sul tanto discusso ruolo della Chiesa cattolica nei confronti del Nazismo e viceversa: «Adolf Hitler e il Nazionalsocialismo», ha spiegato, «hanno sempre avuto un atteggiamento ambiguo rispetto al cristianesimo. Per esempio, provavano ammirazione dalla sua durata millenaria nel tempo (qualcosa che aspiravano per la loro ideologia), ma d’altra parte erano consapevoli del fatto che esso si scontrava sui principi fondamentali della loro visione della vita e dell’uomo». Infatti l’ambiguità la si vede dagli avvenimenti nell’ascesa di Hitler al potere: «il 20 luglio 1933 il regime nazista e il Vaticano hanno firmato un concordato a Roma, presto violato da Adolf Hitler. Infatti cinque giorni dopo i nazisti hanno approvato una legge sulla sterilizzazione che sconvolse le chiese cristiane e in particolare la Chiesa cattolica. Il 30 dello stesso mese, è stata messa al bando la Lega della Gioventù Cattolica. Pochi mesi dopo, durante la “notte dei lunghi coltelli”, Erich Klausener, leader di Azione Cattolica, è stato fucilato».

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