Ora pro Siria: Mère Agnès-Mariam, una testimonianza contro la barbarie

Dire la verità senza compromessi

Intervista apparsa sul  numero di Dicembre di “Monde et Vie”  a cura dell’Abate Guillaume De Tanouarn

 
Madre Lei vive nel cuore del deserto di Siria ma la sua voce risuona, attraverso tutti  i moderni mezzi di comunicazione, fuori dal vostro monastero di San Giacomo l’Interciso. Tanto è vero che le si rimprovera, in questa Siria incendiata e sanguinante, di “fare politica”  
 La mia  non  è una presa di posizione politica ma etica, a fronte di una situazione che vede una flagrante aggressione nei confronti della popolazione civile. Mentre i media “mainstream” mettono in luce solo una porzione del quadro, io penso che sia buona cosa completare questo quadro con un punto di vista che aiuti l’opinione pubblica a farsi una idea, il più possibile equilibrata,  sugli annessi e connessi del conflitto siriano. Sicuramente io non voglio spazzare via con un colpo di spugna tutto quello che i media riportano. Ma chiaramente ci troviamo di fronte a un discorso dominante tendenzioso. Si difendono unilateralmente  tesi che si vogliono favorire in ogni modo, ma lo si fa malgrado l’evidenza dei fatti.
I coraggiosi studenti dell’Università di Aleppo rifiutano le intimidazioni
Quali tesi?
 La tesi che si vuole difendere è che  il regime  è l’unico responsabile della morte di innocenti e delle distruzioni di massa che si possono constatare adesso. A fronte di questa tesi  “ufficiale” la realtà è che i metodi adottati dalle bande armate affiliate alla opposizione sono altrettanto se non ancor più in contrasto con la protezione dei civili. Sono loro che senza motivo distruggono le infrastrutture pubbliche e i siti del patrimonio storico. Sono loro che destabilizzano la società civile, nella quale, quali che siano le confessioni religiose, vige ancora attualmente un largo consenso per la convivenza pacifica. Per molto tempo la grande stampa ha voluto ignorare l’esistenza sempre più grande  di gruppi estremisti, che per mezzo di una guerra a carattere settario  e promuovendo la guerra civile vogliono realizzare una redistribuzione della popolazione sul territorio su base confessionale. Questi gruppi, la cui presenza è stata dapprima ignorata e poi bellamente occultata, sono stati identificati da diversi reporter come affiliati ad Al Quaeda  o come mercenari composti in una proporzione significativa da individui provenienti dai più diversi paesi fra i quali l’Inghilterra, la Francia, l’Irlanda, l’Australia e anche dalla Svezia. Si tratta di una operazione di riciclaggio di terroristi per l’occasione travestiti da difensori della libertà e della democrazia?  Porsi la domanda equivale a darsi la risposta…
Lei quindi è a fianco del regime di Bachar el Assad contro questi terroristi?
 Il regime di Bachar è un regime totalitario socialista e stalinista. Non è per amore del Regime ma per amore del popolo siriano e per la Chiesa che perderebbe di autorevolezza se si astenesse dall’affermare la verità dei fatti, occultata per considerazioni politiche. Credo che la società siriana non debba essere studiata attraverso il filtro di uno schema binario: Pro regime – Anti regime. La assoluta maggioranza del popolo siriano non è politicizzata. Esiste una immensa maggioranza silenziosa che rifiuta di essere strumentalizzata, di essere destabilizzata e di veder affondare lo Stato (che non va confuso col Regime). La situazione attuale non resiste ad una analisi anche se elementare. La signora Clinton ha avuto la reazione istintiva di rammaricarsi , sottolineando pubblicamente che la rivoluzione legittima del popolo siriano è stata distorta a favore di movimenti estremisti e settari. Lo stesso Laurent Fabius, il vostro Ministro degli Esteri, ha evocato l’insorgere di “una guerra eteroclita e disordinata”.

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