“Shahbaz Bhatti, storia di un cristiano coerente fino in fondo”

«Questa storia è una delle più struggenti del cristianesimo del Duemila», scrive il ministro Andrea Riccardi nella Prefazione. È la storia del giovane ministro pakistano (Shabhaz Bhatti. Vita e martirio di un cristiano in Pakistan, Paoline 2012), che Roberto Zuccolini, giornalista del Corriere della Sera, racconta insieme a Roberto Pietrolucci, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Pakistan e amico personale di Bhatti.

Politico e martire: l’accostamento di questi due termini oggi a molti può suonare strano. Che significato ha ricordare Bhatti a un anno dalla sua uccisione?
Certo, può sembrare strano che un politico possa anche essere un martire, pensando alla politica di casa nostra, fatta troppo spesso – negli ultimi anni – di piccoli compromessi e di scarsa responsabilità. Se si guarda invece ai grandi scenari del mondo si possono cogliere figure contemporanee di politici che hanno illuminato la storia di alcuni Paesi. Penso a Martin Luther King, che morì martire negli Usa nel 1968, proprio l’anno di nascita di Shahbaz Bhatti. E ora si parla del ministro per le Minoranze del Pakistan, ucciso il 2 marzo 2011, proprio come del «Martin Luther King» dell’Asia, esempio a cui guardano migliaia di persone, cristiani, hindu e musulmani di quella regione del mondo. Ma anche in Italia si sente un interesse crescente per questa figura di cristiano che ha lottato a mani nude per difendere i poveri del suo Paese. Sono rimasto sorpreso che alle presentazioni del libro, in giro per l’Italia, ci sia stata una partecipazione di popolo: vuol dire che una persona vissuta in una regione del mondo così distante dalla nostra, con l’esempio della sua vita di cristiano, può dirci cose che toccano il nostro cuore e che suscitano domande.

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