di Joseph Yun Li-sun
Un rapporto dell’Istituto coreano per la Salute e gli affari sociali lancia l’allarme: “Se non arriviamo a un tasso di natalità pari all’1,8 %, siamo destinati a perdere tutto”. Sotto accusa il governo, che non sostiene le famiglie e non incentiva la procreazione. Una vittoria per i cattolici, che da sempre combattono contro questi mali.
Seoul (AsiaNews) – Dopo circa due decenni, il governo sudcoreano riconosce che al Paese serve in maniera urgente una nuova politica a favore delle nascite. Se non aumenta il tasso di natalità, uno dei più bassi al mondo, la Corea rischia infatti di perdere il proprio status di potenza internazionale. È quanto afferma, schierandosi al fianco della Chiesa cattolica, l’Istituto coreano per la salute e gli affari sociali.
In un documento pubblicato ieri in occasione della Giornata mondiale delle popolazioni, l’Istituto sottolinea: “Abbiamo bisogno di portare il tasso di natalità almeno all’1,8% entro il prossimo decennio, per mantenere la popolazione intorno ai 50 milioni. Soltanto così saremo in grado di mantenere il nostro potere sociale, economico e militare. In caso contrario, siamo costretti a sparire”.
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