Antidoti contro i veleni della cultura contemporanea » COREA

La Corea costituisce un caso -unico- di autoevangelizzazione. Verso la fine del XVIII secolo i diplomatici coreani alla corte imperiale cinese conobbero i missionari gesuiti e furono ammirati dalla «nuova dottrina» che, dal secolo precedente, Matteo Ricci aveva fatto diventare quasi di moda negli ambienti chic di Pechino. Quei coreani si fecero battezzare e importarono il cristianesimo in patria. Dal 1779 al 1794 i cristiani coreani erano già quattromila. I primi sacerdoti, francesi, vi arrivarono nel 1836. Ma il Paese era chiuso al mondo esterno, tranne che alla Cina. E il nuovo credo, tanto per cambiare, fu proibito, con persecuzioni annesse. Solo nel 1886 un accordo con la Francia fece cessare, formalmente, la persecuzione. Che però continuò in modo sistematico fino al 1905, quando arrivarono i giapponesi, che cinque anni dopo si annessero la Corea.

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