Cina-Vaticano, crisi infinita – Vatican Insider

La destituzione del vescovo Taddeo Ma conferma che senza l’apertura di una nuova trattativa bilaterale la separazione con Roma è destinata a continuare

Andrea Tornielli

Quando era stato designato vescovo, lo scorso luglio, la sua nomina era stata considerata come il possibile inizio di una nuova stagione nei rapporti tra la Cina e il Vaticano. Il giovane Taddeo Ma Daquin – per la Santa Sede «vescovo ausiliare» di Shangai, per l’Associazione patriottica filogovernativa «vescovo coadiutore» della stessa diocesi – era infatti una figura che per la sua storia personale avrebbe portato a sanare le divisioni tra comunità clandestina e ufficiale.
Alla nomina di monsignor Ma si era arrivati dopo un lungo processo. A Shangai, la città della Cina dove la presenza cattolica è più consistente, esiste un vescovo della Chiesa cosiddetta clandestina, che per la Santa Sede è il titolare della diocesi, Giuseppe Fan Zhongliang, gravemente malato da anni. Ma la figura più di spicco è l’anziano vescovo gesuita Aloisio Jin Luxian, che ha guidato la comunità cosiddetta ufficiale, e che la Santa Sede riconosce come vescovo coadiutore. Dopo una lunga trattativa e votazioni che avevano coinvolto l’intera comunità cattolica, si era arrivati lo scorso luglio alla designazione del un nuovo giovane vescovo, la cui nomina era stata approvata dall’Associazione patriottica filogovernativa come pure dal Vaticano.

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