Colpire i cristiani di Aleppo e fermare il dialogo – Vatican Insider

Dietro al rapimento dei vescovi siro-ortodosso Gregorios Yohanna Ibrahim e il greco-ortodosso Boutros Yazigiuna c’è una regia precisa che vuole marginalizzare la comunità e colpire le sue guide

Giorgio Bernardelli
Roma

 

Stavano tornando ad Aleppo dal confine turco dove si erano recati per una missione umanitaria i due vescovi di Aleppo, il siro-ortodosso Gregorios Yohanna Ibrahim e il greco-ortodosso Boutros Yazigi, rapiti ieri pomeriggio in Siria. Sequestrati mentre si trovavano in auto insieme, in quell’ecumenismo molto concreto che le sofferenze dei cristiani di Aleppo hanno fatto crescere ulteriormente in questi mesi.

 

Il vescovo siro-ortodosso stava riaccompagnando ad Aleppo quello greco-ortodosso, che pare si fosse recato in quel crocevia di traffici di ogni genere che è oggi il confine turco per un incontro legato a un altro rapimento: quello dei sacerdoti di padre Michel Kayyal (armeno cattolico) e padre Maher Mahfouz (greco ortodosso) rapiti il 9 febbraio da un gruppo di ribelli armati sulla strada che da Aleppo conduce a Damasco. Di loro da ormai più di due mesi non si sa più nulla.

 

Quando i due presuli erano nel villaggio di Kfar, in una zona che è sotto il controllo dei ribelli, la loro auto è stata fermata, il loro autista (anche lui un diacono) ucciso e i due presuli portati via. Ma a dare l’idea di quale sia la confusione che regna in quest’area della Siria – in cui nessuno ormai controlla più nulla -, è il fatto che l’allarme ieri sera sia stato dato da un membro del Consiglio dell’opposizione siriana, Abdullah Steifo.

 

Non ci sono state finora rivendicazioni del sequestro anche se la dinamica fa sorgere il sospetto di un’imboscata. Tra i cristiani siriani – comunque – ci sono ben pochi dubbi: i due vescovi sarebbero nelle mani di Jabat al Nusra, le milizie islamiste che nella zona di Aleppo da mesi seminano il terrore tra i cristiani. Del resto proprio di loro e della guerra separata che ormai conducono rispetto al resto dell’opposizione siriana, aveva parlato domenica sul suo blog Amedeo Ricucci, uno dei giornalisti italiani rilasciati pochi giorni fa e che erano stati sequestrati anche per aver filmato la devastazione di una chiesa.

 

«L’agenda politico-militare di Jabat al Nusra – ha scritto Ricucci – non ha nulla a che vedere con le aspirazioni alla libertà e alla democrazia per cui si batte da due anni il popolo siriano. A loro interessa solo l’instaurazione di un califfato islamico, nelle terre del Bilad as Sham, ed è per questo che sono accorsi in Siria, ormai a migliaia, non tanto per aiutare i “fratelli” siriani ma perché investiti di una missione divina, che hanno il dovere di perseguire ovunque si presenti l’occasione».

 

Nell’orrore nascosto dei sequestri di persona che accompagna il dramma della Siria è la prima volta che vengono rapiti due vescovi. Tra l’altro per la comunità greco-ortodossa a rendere il dolore ancora più grande è il fatto che il vescovo Boutros Yazigi è il fratello di Youhanna X, il patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, entrato in carica a Damasco nel febbraio scorso. Va ricordato infine che oltre ai due sacerdoti siriani nelle mani dei rapitori nc’è anche un’altra religiosa scomparsa nel nulle: si tratta di suor Rima Nasarti, una suora delle Maestre di Santa Dorotea – Figlie dei Sacri Cuori che il 15 gennaio scorso si trovava nella zona di Damasco sventrata dall’attentato all’Università. Si presume sia morta nell’esplosione ma il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Fonte: Colpire i cristiani di Aleppo e fermare il dialogo – Vatican Insider.

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