CORTE STRASBURGO: NO AL RINVIO IN EGITTO DI UN CRISTIANO COPTO A RISCHIO TORTURA

Il rinvio di un cristiano copto in Egitto lo esporrebbe al rischio di tortura e trattamenti disumani e degradanti. Lo afferma una sentenza odierna della Corte europea dei diritti dell’uomo. Nel pronunciamento di Chambre – pertanto non definitivo – i giudici di Strasburgo, si legge in un comunicato della Corte, sulla base di alcuni rapporti relativi al 2010 e 2011 che riferiscono “persecuzioni e violenze subite dai cristiani copti in Egitto” e “riluttanza da parte delle autorità a perseguire gli aggressori”, hanno osservato che “non sussistono elementi per ritenere che da allora la situazione sia migliorata”. Pertanto hanno stabilito all’unanimità che l’esecuzione della decisione di rinviare il ricorrente in Egitto costituirebbe “una violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sul divieto di tortura e trattamenti disumani e degradanti”. Il caso – affaire M.E. vs France – riguarda M.E, un cristiano copto egiziano accusato di proselitismo e fuggito da minacce e persecuzioni religiose nel suo Paese che, rifugiatosi nel 2007 in Francia, ha presentato tardivamente domanda di asilo, non accolta dall’Ofra (Office français de protection des réfugiés et apatrides). Dopo diverse vicende giudiziarie e l’ottenimento di una misura provvisoria di non espulsione, M.E ha presentato ricorso alla Corte di Strasburgo.

Fonte: SIR – Servizio Informazione Religiosa – Quotidiano.

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