Dubai, la domenica andando alla messa – Vatican Insider

Come vivono la celebrazione nella chiesa di Santa Maria i cristiani residenti nel paese del golfo

Luca Rolandi

La maggior parte dei cristiani che vivono a Dubai, uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti, si recano alla celebrazione della messa lavora negli hotel o nelle suntuose ville, nei super grattecieli e appartamenti al servizio delle famiglie ricche locali. Sono in massima parte filippini e asiatici. Insieme a loro ci sono cittadini stranieri europei e americani che lavoro con contratti a termine per grandi aziende ed eventi. Una lavoratrice italiana che si occupa di eventi sportivi ci racconta come si vive la propria esperienza di praticanti cristiani in un paese di forte tradizione islamica. Intanto nel loro unico giorno di riposo della settimana, oltre al tempo dedicato alla famiglia, allo sport e al divertimento (i pochi per la verità alla portata degli stranieri) pe i cristiani si può partecipare ad una celebrazione della messa davvero particolare.

Nel popolare quartiere di Bur Dubai si trova la chiesa di Saint Mary. I fedeli arrivano poco prima delle 19. Ad attenderli, ci si immagina un’accoglienza sobria e riservata. Invece è tutto il contrario: un’ organizzazione faraonica che pensa a tutto. La celebrazione assolutamente in rito romano, rispettosa della dottrina, è però arricchita di effetti speciali e la “tecnologia” è molto presente nel momento rituale. Quando tutti i fedeli sono entrati, la puntualità è fondamentale, si chiude il portone e si può iniziare. Chi resta fuori può seguire la celebrazione su due maxi schermi nel piazzale, recintato della’edificio sacro. E’ importante che tutto si svolga senza arrecare disturbo a chi si trova nell’area vicina all’edificio di culto.

La chiesa enorme è sempre gremita: “Pienissima” ci racconta la giovane che lavora a Dubai per l’organizzazione di un evento sportivo internazionale. Il sacerdote celebra normalmente in lingua inglese ma il suo messaggio è riproposto su due schermi che riprendono le scritte dei vari passaggi: le letture, i canti. Tutto sembra quasi un “karaoke”, ma molto rispettoso e coordinato. La proiezione delle letture è geniale, e coinvolge tutti, anziani, giovani e persone molto diverse per etnia e cultura seguono la messa con grande partecipazione.

Nell’assemblea la maggioranza è asiatica con qualche cristiano locale e pochissimi bianchi. L’omelia del celebrante è molto ricca e coinvolgete, esegesi del vangelo, tentativo di riportare il messaggio di Gesù nella vita concreta dei fedeli. Tanti sono i riferimenti alla modernità. Il parroco spiega quando sia  importante l’utilizzo della tecnologia come strumento per l’evangelizzazione. Palra di un’applicazione per smartphone (con un gioco annesso) molto conosciuta tra i bambini, che annuiscono. L’assemblea è attenta e partecipe, si percepisce una fede autentica,  per molti la messa è l’unico momento di libertà dell’intera settimana.

Al termine della messa momenti di convivialità e saluti, la comunità si è ritrovata in fraternità intorno alla Parola di Dio e alla presenza dell’Eucaristia. Poi tutti tornano alle loro case e soprattutto ai servizi, in pace.

Fonte: Dubai, la domenica andando alla messa – Vatican Insider.

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