La previsione del software: 3,5 miliardi di morti entro la fine del secolo

 

World3 graficoPer capire la portata del problema, bisogna osservare bene il grafico della foto. Descrive una situazione ben precisa. Una situazione che ci riguarda da vicino.
Fino al 2030 la popolazione mondiale si espanderà, arrivando a 7,5mld di persone. Poi crollerà nel giro di una generazione, dimezzandosi o quasi a 4 miliardi. Il tutto in concomitanza con il picco di massimo sfruttamento di risorse (previsto per il 2020 e noto come Picco di Hubbert), periodo dopo il quale tutte le fonti energetiche si esauriranno velocemente, ponendo fine al tipo di sviluppo che conosciamo. Entrambe le previsioni sono irreversibili.
Ma la cosa peggiore è che questo modello non è il solito grido d’allarme, l’ultimo capitolo di una serie mai conclusa. È una simulazione al computer che si chiama “World3”, finanziata dal Club di Roma, che a sua volta fece da base teorica per il libro I limiti dello sviluppo (Rapporto Meadows) del 1972. Si tratta di un libro fondamentale. Basti pensare che quasi tutte le teorie sull’ecologia e sullo sviluppo sostenibile degli ultimi tren’anni fanno riferimento a questo studio, comprese le teorie di Al Gore.
Il World3 studia le interazioni fra la popolazione, la crescita industriale, la produzione di cibo e i limiti dell’ecosistema. Per vederlo in funzione è sufficiente andare su questo sito.
C’è una cosa che però il software non dice: come crollerà la popolazione. Come? Con le bombe, con le carestie, con i meteoriti? Sicuramente si tratterà di un evento traumatico, o forse nemmeno tanto. Spalmato in così tanti anni, probabilmente è un qualcosa di cui non ci accorgeremo nemmeno.
Facciamo un’ipotesi e partiamo da un dato certo: il modello è finanziato dal Club di Roma.

Club di Roma
“C’è tuttavia da sperare che il Club di Roma affronti il problema di quei cambiamenti sociali e politici che costituiscono le premesse per il raggiungimento degli obiettivi generali”. Questa frase, che dà un’investitura quasi incomprensibile al Club, si può trovare in un libro famosissimo: Avere o Essere di Erich Fromm del 1976, pagina 213, in conclusione del capitolo “Religione, carattere e società”.
Per chi non avesse ancora il concetto chiaro, Fromm lo specifica due pagine dopo: “Le soluzioni fondamentali richiedono drastiche e rapide trasformazioni degli atteggiamenti umani, soprattutto quelli relativi al comportamento riproduttivo, alla crescita economica, alla tecnologia, ai rapporti con l’ambiente e alla risoluzione dei conflitti”.
Domanda. Perché uno dei pensatori più noti del novecento dà così tanta importanza ad un Club di cui non si sa(peva) quasi niente? La risposta è semplice: perché il Club di Roma è importante.

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